Nel 1964 Stanley Kubrick firmava il film “Il dottor Stranamore” che aveva anche un sottotitolo: “Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba”. Si trattava di una commedia nera - che raccontava con un umorismo nero, graffiante, acido, l’assurdità della corsa ad armi sempre più potenti in grado di condurre all’annientamento nucleare dell’umanità.
Più o meno in quegli stessi anni Friedrich Dürrenmatt componeva una delle sue pièce più note e rappresentate: I fisici. Un testo per il quale il suo stesso autore usa i termini grottesco e paradossale e che riflette mescolando generi e registri diversi sulla scienza, la conoscenza, il potere e la responsabilità che l’intreccio di questi tre elementi comporta. Un testo che LAC di Lugano e Teatro Sociale di Bellinzona coproducono in questa stagione teatrale per la regia di Igor Horvat.
Per Charlot è l’occasione di discuterne con il regista ma anche con la giovane cineasta Agnese Laposi che in collaborazione con Horvat sta curando una versione televisiva della pièce, allargando la riflessione all’ambito cinematografico insieme al prof. Marco Ciardi autore del saggio “Incontri ravvicinati tra scienza e cinema” (Hoepli, 2023).
Il corpo è una mappa – 3. Gambe
Charlot 10.11.2024, 14:40
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