Per lungo tempo Primo Levi è stato reputato un testimone. La sua statura di scrittore è riconosciuta molto tardi dalla critica letteraria, che ha valutato come minori i suoi racconti fantabiologici e le sue storie naturali. Poi lentamente si è fatta strada l’idea che sia prima di tutto uno scrittore, e come scrittore il più autorevole fra i testimoni del Lager. La sua prima opera, Se questo è un uomo, è stata rifiutata da Einaudi nelle persone di due scrittori, Cesare Pavese e Natalia Ginzburg. Perché? Levi non ha mai voluto usare la parola Shoah o Olocausto; ha adottato questo termine solo molto tardi. La sua visione laica del mondo è una parte importante della sua poetica di scrittore e di poeta. L’intervento verterà su questi aspetti della personalità multiforme e poliedrica di Primo Levi: chimico, scrittore, antropologo, etologo, ecc...
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