Il pensiero medievale di ispirazione platonica attinge le sue vette nelle due «Scuole» di Aquisgrana, capitale dell’Impero Sacro e Romano rifondato da Carlo Magno, e di Chartres. Opera nella prima un formidabile studioso proveniente dall’Irlanda, Giovanni Scoto Eriugena, che, unico della sua epoca, conosce il greco, e compone tra l’altro il suo Periphyseon, o Sulle nature dell’universo, nel quale affronta in forma di dialogo i problemi sollevati dal resoconto della Creazione nella Genesi: il suo linguaggio straordinariamente immaginoso corrisponde al suo pensiero di fenomenale sottigliezza. A Chartres, presso la bellissima cattedrale, lavorano invece Alano di Lilla, Bernardo Silvestre, Thierry di Chartres e forse Guglielmo di Conches. I capolavori dei primi due sono in versi e portano il titolo di Anticlaudiano e di Cosmografia: due libri unici, nei quali la fantasia poetica traduce la filosofia in immagini potenti – il viaggio della Saggezza e le ricerche che Natura e Nous compiono di Urania e di Physis. Di fascino intenso sono poi le opere dei due «Vittorini», il (probabilmente) tedesco Ugo e lo scozzese Riccardo, che insegnano nell’Abbazia parigina di San Vittore.
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