La grande fioritura del romanzo in versi comincia nell’Inghilterra anglo-normanna con i tre romanzi «d’antichità»: di Enea, di Tebe, e di Troia (di Benoit de Sainte Maure). Dallo stesso ambiente provengono le prime leggende di Artù, che aprono la «materia» di Bretagna con la Historia Regum Britanniae di Geoffrey of Monmouth e il poemetto di Thomas su Tristano. Mentre il genere si estende anche alla «materia» di Carlo Magno, la consacrazione della Tavola Rotonda avviene in Champagne per mano di Chrétien de Troyes, che dà ai suoi romanzi su Lancillotto, Galvano e Perceval il senso profondo dell’avventura e del mistero. Più tardi, sempre in Francia, il romanzo si fa allegorico, come nel Roman de la Rose di Guillaume de Lorris e Jean de Meun. Racconto allegorico della conquista di una rosa, esso situa l’intera vicenda in un sogno. Ebbe immensa fortuna in tutta Europa: fu trasformato in sequenza di sonetti italiani nel Fiore da un Ser Durante che taluni identificano con Dante Alighieri; la prima parte fu tradotta in inglese da Chaucer.
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