«Niente è più nostro dei nostri sogni» diceva il filosofo Friedrich Nietzsche. Da sempre, il sogno ha incuriosito filosofi e scienziati. Esiste una lunga tradizione che vede i sogni come messaggi del divino. Per lungo tempo il sogno è stato confinato in una dimensione mistico-religiosa, fino a quando Freud, il fondatore della psicanalisi, ha mostrato come i sogni siano un’espressione del nostro inconscio. Oggi, se parliamo di sonno e sogni dal punto di vista neuroscientifico, dobbiamo rispondere prima a domande fondamentali: perché dormiamo, ma soprattutto perché sogniamo? In entrambi i casi fa capolino la coscienza, che si perde quando sprofondiamo nel sonno profondo, per riemergere quando sogniamo o ci svegliamo. Oggi, nel Giardino della scienza, parleremo di sogni e coscienza, esplorando in particolare un fenomeno avvolto ancora in un’aura mistica, le cosiddette esperienze di premorte. Ad accompagnarci in un questo viaggio, a tratti onirico, sono Vittorio Lingiardi, psichiatra e psicoanalista, ordinario di Psicologia dinamica presso la Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, autore di L’ombelico del sogno, Einaudi editore e Martin Monti, professore presso la University of California Los Angeles (UCLA) dipartimenti di Psicologia e Neurochirurgia, che nel suo laboratorio studia proprio uno degli aspetti più caratterizzanti della cognizione umana: la coscienza, a partire da territori di confine, dal coma alle esperienze premorte.
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