Immagine 2023-11-09 123456.jpg
La Recensione

Freemuse, in difesa della musica ma non solo

L’associazione che sorveglia la censura nei confronti della libera espressione musicale

  • Freemuse.org
  • 8.11.2023
  • 25 min
Disponibile su
Scarica
  • Musica
Di: Giordano Montecchi

Esattamente 25 anni fa, il 20 novembre 1998, si apriva a Copenhagen un incontro internazionale intitolato “First World Conference on Music and Censorship”. Fu a seguito di questa conferenza che, per iniziativa di un gruppo di attivisti fra cui la giornalista svedese Marie Korpe, nacque Freemuse, un’associazione pensata specificamente per monitorare le miriadi di casi non solo di censura nei confronti della libera espressione musicale, ma anche di intimidazione, repressione, carcerazione o addirittura uccisione di musicisti. Nel 2004 Marie Korpe curò e pubblicò “Shoot the Singer. Music Censorship Today”, un corposo volume a più mani che documentava un’impressionante sequela di censure e persecuzioni a danno di musicisti ai quattro angoli del globo, dunque non solo nei paesi islamici, ma anche in Occidente, dalla Francia, al Messico, agli Stati Uniti.

Da anni il sito Freemuse è il punto di riferimento per chi intende denunciare, o per chi si batte per la libertà della musica nelle sue varie accezioni, dai contenuti politici, alla religione, all’identità sessuale, con la collegata catena di accuse di sovversione, immoralità, blasfemia ecc.
Freemuse non solo aggiorna e informa, ma, in collaborazione con Onu, Unesco e altri istituti per la difesa dei diritti civili si adopera per fornire assistenza legale ai musicisti esercitando anche, insieme agli organismi delle Nazioni Unite e ad altre organizzazioni, pressione sui governi per il rilascio di artisti imprigionati o accusati ingiustamente. A partire dal 2011, Freemuse ha allargato il suo orizzonte rispetto all’originario ambito musicale. Attualmente la sua attività si esercita, anche attraverso la pubblicazione di un report annuale, non più solo in difesa della musica, ma di tutte le arti. Da qui l’attuale sottotitolo del sito: Defending Artistic Freedom.

Scopri la serie

Correlati

Ti potrebbe interessare