Oggi ci lascia, improvvisamente, a soli sessantadue anni, uno dei più bravi professionisti della musica, della radio e della scrittura musicale che abbia mai incontrato.
Massimo Cotto ed io ci conoscevamo da poco; la prima volta lo abbiamo ospitato qui sulla nostra Rete Due, in una nelle nostre puntate mattutine di Voi che sapete.
E da quel primo incontro ho compreso che Massimo aveva qualcosa di speciale, un modo di raccontare la musica che non lasciava mai spazio allo sfoggio della propria sapienza ma solo alla volontà di mettere in risalto l’artista di cui ci stava raccontando.
E Massimo ne ha incontrati moltissimi nella sua vita. Ed era diventato amico di tanti; e tanti ce ne ha raccontati qui, sulla nostra radio, nella serie che abbiamo voluto intitolare “In linea di Massimo”. Eh si, se capitavi sulla sua “linea” non potevi che rimanere folgorato; dalla sua incredibile cultura e, al contempo, dalla sua infinita passione per tutto ciò che ti raccontava.
Ricordo che mi disse più di una volta che, secondo lui, gli artisti hanno una sensibilità speciale, amano e soffrono più delle persone comuni. E ci regalano questo tormento interiore attraverso la loro arte. Era come se avesse il timore di parlarne, sempre attento, rispettoso e riconoscente per averli potuti incontrare ed essergli amico.
Il suo talento al microfono e con la penna è tra i più luminosi che abbia avuto il privilegio d’incontrare e, davvero, non posso credere che non ci sia più.
E credo che il modo migliore di ricordarlo sia ascoltare una puntata speciale in cui mi raccontò di uno dei suoi più cari amici. Anche lui ci lasciò da un istante all’altro. Era Lucio Dalla.
Ciao Massimo, da tutta la Rete Due.
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