La musica puramente strumentale, quindi non cantata, di certo non scarseggia nei generi della musica classica e del jazz, ma nel mondo della musica leggera e della musica pop il brano solo strumentale è diventato una rarità, per non dire che è quasi totalmente estinto.
Non era così in passato: a cavallo tra gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta dozzine di brani strumentali finivano in classifica ogni anno fino ad arrivare nelle “famigerate” top 10. Si pensi ai brani dei The Shadows o dei The Ventures con la loro Walk don’t run nel 1960, a Classical gas di Mason Williams che raggiunse la seconda posizione nella Billboard nel luglio del ‘68. Per non parlare di celeberrimi temi tratti dalle colonne sonore di Henry Mancini, Morricone e John Williams.
La lista sarebbe molto lunga, eppure negli ultimi decenni il genere strumentale è completamente sparito dalle classifiche. Ci chiediamo cosa è cambiato nelle abitudini d’ascolto o nella cultura musicale, cosa ha portato alla scomparsa degli strumentali nel pop, o viceversa, come mai la voce sembra essere assolutamente indispensabile nel pop moderno.
Ne parlano Martino Donth e Giovanni Conti assieme a Sergio De Laurentiis e al musicologo, giornalista e musicista Jacopo Tomatis, insegnante di Popular Music e Etnomusicologia all’Università di Torino.
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