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Inventori di suoni

Nascono ancora nuovi strumenti musicali?

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Di: Barbara Tartari e Giovanni Conti  

Nel 2024 il primo premio è andato al VocalCords, strumento che attraverso la manipolazione di tre corde di gomma modifica la voce in tempo reale, Babel Table composto da un serie di membrane in lattice si aggiudica il secondo premio mentre il terzo premio se lo aggiudica il Thales che produce musica interagendo con i campi magnetici. Si tratta degli ultimi strumenti musicali premiati dal Guthman Musical Instrument Competition, promosso dal Georgia Tech, uno dei più prestigiosi centri di ricerca tecnologica degli Stati Uniti.
E così, nel tempo, sono apparsi anche il pallottoliere-sintetizzatore e il glissotar, la chitarra-Lego microtonale e la segulharpa.
Parliamo di un mondo che ruota attorno alla creazione di nuovi strumenti musicali che non sembrano però trovare, spesso, un reale mercato e di conseguenza un reale utilizzo, a meno che non sollevino la curiosità di qualche musicista affermato, come fu per l’harpejji che ricevette le attenzioni di Stevie Wonder.
I problemi si rivelano anche sul versante della composizione: esiste un mercato per un nuovo strumento musicale? Chi si impegna a studiarne le possibilità sonore se non il costruttore stesso? Chi scriverà musica per quel nuovo aggeggio?

Ne parleremo, oggi, al microfono di Barbara Tartari e Giovanni Conti con il musicologo Franco Fabbri e Massimiliano Guido, professore del Dipartimento di Musicologia e Beni culturali dell’Università di Pavia e uno dei vincitori del bando Synergy del 2024 come coordinatore del progetto Rem@ke per indagare e ricostruire il suono degli strumenti storici attraverso nuovi mezzi teorici e pratici.

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