Quante volte abbiamo ascoltato sonorità di orchestre gigantesche come colonna sonora dei nostri film o serie preferite? Forse non sappiamo che la maggior parte di esse non sono orchestre vere, con musicisti in carne e ossa ma i compositori si avvalgono delle cosiddette “libraries” di suoni, registrati prendendo come fonte suoni reali di strumenti e utilizzati poi con i sistemi di programmazione informatica. Se tutto ciò è realizzato con perizia, diventa davvero cosa ardua distinguerli da suoni reali, eseguiti da musicisti veri.
Un’autentica rivoluzione degli ultimi periodi, che pone quesiti sugli indubbi vantaggi economici ma, di contro, all’abbattimento di professionalità di alto profilo.
Ne parliamo con il polistrumentista e compositore Alessandro Cerino e con il compositore e insegnante di tecnologie musicali Carlo Chiarotti.
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