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Vivere a Gerusalemme dopo il 7 ottobre - USA, con la Bibbia a caccia di elettori

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  • 08.09.2024
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Di: Corinne Zaugg e Gaëlle Courtens 

Vivere a Gerusalemme dopo il 7 ottobre, di Corinne Zaugg

Mishy Harman e Federica Sasso sono sposati: Mishy è ebreo israeliano, Federica italiana cattolica. Insieme abitano a Gerusalemme. Lui, da tredici anni, tiene uno dei podcast più seguiti in Israele, in cui raccoglie “storie straordinarie di cittadini qualunque”. Lei lavora per il Rossing Center for Education and Dialogue, una ong composta da israeliani e palestinesi impegnati a costruire una società più giusta e inclusiva. Il racconto di come è cambiata la loro vita professionale e privata dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre del 2023, ci permette di entrare nelle maglie di questa città “santa” per eccellenza, dove le tre religioni del ceppo biblico ritrovano le proprie origini, per capire se vi sia qualche ragionevole motivo per credere che la pace tra Israele e Palestina sia possibile.  


USA, con la Bibbia a caccia di elettori, di Gaëlle Courtens

In questi mesi di campagna presidenziale statunitense abbiamo visto, da una parte, Donald Trump vendere migliaia di Bibbie, firmate da lui, al modico prezzo di 60 dollari, con lo scopo, tra gli altri, di far tornare l’America “a pregare di nuovo”, e dall’altra, abbiamo visto Kamala Harris usare un linguaggio evangelico, quando per esempio parla di amore per il prossimo e di accoglienza dello straniero. Tra il campo repubblicano e quello democratico, questa campagna elettorale sembrerebbe - più che in anni passati - svolgersi anche sul piano religioso, a colpi di riferimenti biblici. Cosa sta succedendo? Lo abbiamo chiesto al professore Stefano Luconi, docente di storia degli Stati Uniti e del Nord America all’Università di Padova, esperto del comportamento di voto e di strategie elettorali, nonché delle minoranze negli Stati Uniti.

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