Profughi Rohingya riposano ammassati in una struttura indonesiana
Modem

Altri mari, nuovi cimiteri

E’ allarme nel Sud-est asiatico, dove migliaia di profughi rischiano la vita

  • Reuters
  • 21.05.2015
  • 30 min
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Crisi umanitarie e barconi che rischiano di diventare bare galleggianti. Non succede solo tra Africa ed Europa. Da oltre una settimana è allarme anche nel Sud-est asiatico, dove migliaia di profughi di etnia Rohingya sono in fuga dal Bangladesh e dalla Birmania in condizioni drammatiche.

In 10 giorni si contano tremila persone soccorse al largo delle coste indonesiane e malaisiane, ma molte altre sono state respinte e abbandonate per la seconda volta (la prima ad opera dei trafficanti di esseri umani). La pressione internazionale –fra cui gli allarmi lanciati dall’ONU- ha sortito un vertice urgente a Kuala Lumpur, dove nelle scorse ore Indonesia e Malaysia si sono dette disposte ad offrire accoglienza temporanea, a patto che vengano nel frattempo trovate soluzioni definitive per i rifugiati.

In un contesto di globalizzazione della migrazione, cosa sta succedendo nel Sud-est asiatico? Quali sono le analogie e le differenze coi drammi del Mediterraneo?

Modem ne parla con:

Loretta dal Pozzo, collaboratrice Rsi dal Sud est asiatico;

Ivan Ureta, Dipartimento economia della Supsi e ricercatore al King College London;

Pietro Masina, professore di storia e istituzioni del Sud-est asiatico all'Orientale di Napoli;

Giuseppe Sciortino, professore di sociologia dell'Università di Trento.

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