In Europa si assiste ad un'esplosione di gesti e parole di odio con una forte connotazione antiebraica. Nell'ultimo vertice europeo, i 28 leader hanno riconosciuto che l'autosemitismo è un fenomeno che è cresciuto significativamente negli ultimi cinque anni.
In Francia per esempio, il partito socialista invita a marciare contro un continuo aumento dell'antisemitismo. Il Paese è infatti confrontato da tempo con atti di razzismo nei confronti degli ebrei: dagli attacchi verbali di alcuni Gilets gialli al filosofo ebreo Alain Finkielkraut, alla profanazione di cimiteri ebraici. In Inghilterra invece, l'antisemitismo sta mettendo in crisi la sinistra britannica: diversi deputati laburisti lasciano il partito denunciando una condiscendenza nei confronti di questo tipo di odio.
Una minaccia crescente, una lotta antica che torna prepotentemente d'attualità. Come inquadrare questo fenomeno che non tocca solo Inghilterra e Francia, ma anche diversi altri paesi Europei? Quanto è preoccupante? Quali le cause? Si può parlare di una conseguenza dell'incapacità di trovare una soluzione al conflitto israelo-palestinese?
Con:
Bichara Khader, Prof. emerito Università cattolica Lovanio
Gadi Luzzatto Voghera, storico e direttore della Fondazione centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano
Antonella Tarquini, collaboratrice RSI da Parigi
Moni Ovadia, scrittore, attore e musicista di religione ebraica
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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