Per il Consiglio federale si tratta della “conclusione materiale” delle trattative per definire gli accordi bilaterali del futuro. Nove mesi e circa 200 incontri per dare una nuova forma alle relazioni tra il nostro Paese e l’Unione europea, dopo il fallimento di una prima intesa, nel 2021, quella che veniva chiamata “accordo quadro”. Il governo ha espresso “soddisfazione” per questo risultato. E questo anche se rimangono ancora diversi capitoli aperti, a cominciare dalla protezione del mercato del lavoro e dalla concreta applicazione di una clausola di salvaguardia per limitare, in caso di bisogno, la libera circolazione delle persone in arrivo dall’Unione europea. Temi che andranno ora affrontati soprattutto dal profilo interno, con negoziati che si preannunciano spigolosi tra sindacati e padronato e con discussioni molto accese in Parlamento. E con il governo chiamato ora ad uscire dal lungo silenzio che lo ha caratterizzato in questi ultimi mesi .
Temi e possibili sviluppi che affronteremo con:
Carlo Sommaruga, consigliere agli Stati PS
Fabio Regazzi, Consigliere agli Stati Il Centro e presidente dell’Unione svizzera arti e mestieri
Piero Marchesi, consigliere nazionale dell’UDC
Simone Gianini, consigliere nazionale del PLR
Vania Alleva, presidente del sindacato Unia
Andrea Ostinelli, corrispondente RSI a Bruxelles
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