Chi sperava che a Moutier il voto del 18 giugno 2017 avrebbe risolto la “question jurassienne” deve ricredersi. Voto annullato. La prefetta del Giura bernese Stéphanie Niederhauser ha accolto i 7 ricorsi con i quali gli anti-separatisti denunciavano irregolarità. Quel 51,7% di cittadini che aveva sostenuto il trasferimento di Moutier dal Canton Berna al Canton Giura si ritrova con un nulla di fatto e con la prospettiva di un voto forse da rifare.
La questione non è chiusa, già si sa che finirà davanti al tribunale federale, ma la battuta d’arresto riapre ferite dolorose e solleva non pochi interrogativi. A cominciare dal seguente: come è possibile che un voto che la Berna federale aveva definito “il più sorvegliato della storia svizzera” si riveli oggi macchiato da una “propaganda inammissibile” da parte di Municipio e Sindaco, come ha scritto la prefetta Niederhauser, o da “problemi di turismo elettorale, domicili fittizi e gravi mancanze nell’organizzazione”? Gli autonomisti denunciano una “decisione politica” e una “vittoria rubata”. Gli anti-separatisti lodano una “decisione coraggiosa”. Tutti invitano alla calma, ma la convivenza in questo contesto non sarà facile.
Ne discutiamo con:
Valentin Zuber, portavoce di “Moutier ville jurassienne”, consigliere comunale PSA
Morena Pozner, membro del comitato di “Moutier Prévôté”, consigliera comunale PSJB
Sean Müller, politologo, ricercatore e docente presso l'Università di Berna
Dick Marty, ex e ultimo presidente dell’Assemblea inter-giurassiana
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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