La Svizzera è ormai entrata nell’anno elettorale 2023 che culminerà in autunno con il rinnovo del parlamento e del governo. Una lunga volata che vedrà di certo l’immigrazione tra gli argomenti più dibattuti, in un Paese in cui il numero di abitanti raggiungerà proprio nell’anno in corso la soglia dei nove milioni di abitanti, così almeno dicono le previsioni statistiche. Una sorta di “soglia psicologica” per un Paese in cui l’immigrazione, in particolare dai Paesi dell’Unione europea, non accenna a diminuire.
Ogni anno il saldo migratorio raggiunge e spesso supera le 50’000 persone, un aumento demografico che equivale ad una nuova città, delle dimensioni di Lugano. Il tema è di quelli scottanti a livello politico. Il consigliere federale, Guy Parmelin, ritiene che questo flusso migratorio stia mettendo a dura prova il mercato immobiliare e teme un ulteriore aumento dei costi dell’alloggio. Per cercare di contenerlo sta cercando nuove condizioni-quadro che facilitino la costruzione annuale di 50’000 nuovi alloggi.
La Svizzera è vittima del suo successo economico, chi arriva da noi lo fa in gran parte perché il mercato del lavoro è costantemente alla ricerca di nuove forze. Una crescita economica che si deve però confrontare con le conseguenze di questo dinamismo: un territorio sempre più urbanizzato, traffico al collasso in diverse regioni del Paese, sistema sanitario e scolastico sotto pressione e aumento dei consumi energetici.
Ne parleremo con:
Matteo Buzzi, gran consigliere, Verdi/TI;
Jacqueline De Quattro, consigliera nazionale, PLR/VD;
Piero Marchesi, consigliere nazionale, UDC/TI.
Modem su Rete Uno alle 8:30, in replica su Rete Due alle 18:30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay.
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