In Svizzera sempre più allievi delle scuole primarie e secondarie possiedono uno smartwatch o vengono geolocalizzati dai genitori attraverso orologi, braccialetti, telefonini o dispositivi di tracciamento come Air-Tag. Ma dove finisce il bisogno di protezione e inizia l’ansia da controllo?
A Modem affrontiamo un tema che riguarda la nostra società, sempre più iperconnessa e ipertracciata.
La discussione attorno agli SmartWatch in particolare sembra ricalcare quella che alcuni anni fa veniva fatta attorno all’uso del telefonino a scuola, ma forse in questo caso più che di un elemento di distrazione o di esclusione sociale quando non lo si possiede, stiamo parlando di un’altra cosa... del bisogno di controllo e di una certa ansia genitoriale che questi dispositivi in parte leniscono o dovrebbero lenire.
Ma con quali conseguenze sullo sviluppo dei nostri figli, sulla loro evoluzione in adulti responsabili e indipendenti? Un eccessivo controllo potrebbe essere dannoso per la loro autostima?
ne parliamo con tre ospiti
Martina Flury, pedagogista e collaboratrice dell’Associazione progetto Genitori
Pierfranco Longo, presidente della Conferenza cantonale dei genitori
Anne Linda Camerini, docente e ricercatrice della facoltà di scienze biomediche all’USI, le sue ricerche si focalizzano sul benessere dei giovani in relazione ai media digitali
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