In vent’anni la Corea del Sud è riuscita a diventare una potenza culturale. Dal Nobel per la letteratura alla scrittrice Han Kang, alla valanga di serie televisive che imperversano sulle piattaforme – prime fra tutte Squid Game, che ha battuto ogni record con la sua seconda stagione: appena disponibile si è piazzata al primo posto in 94 Paesi - passando per il successo planetario dei gruppi musicali K-Pop, dei cosmetici o della cucina coreani o di colossi industriali come Samsung...
Ma la Corea del Sud è anche un Paese precipitato nella peggiore crisi politica degli ultimi decenni, dopo il fallito tentativo del presidente Yoon Suk Yeol di imporre la legge marziale lo scorso 3 dicembre. Una crisi politica che sembra tutt’altro che prossima a una risoluzione - con il presidente sotto mandato d’arresto, ma de facto asserragliato nella sua residenza - e che rischia di appannare l’immagine mondiale della cosiddetta “Korean Wave”, l’onda coreana…
Cosa succede, dunque, in Corea del Sud? Che conseguenze può avere l’attuale cris isull’intera regione, ma anche a livello internazionale? E il brand “Corea” è a rischio? Se è così, quali implicazioni potrebbe avere per il Paese stesso?
Ne discutiamo a Modem con
Giulia Pompili, esperta di Asia orientale, autrice, tra gli altri, del libro “Belli da morire – il lato oscuro del K-Pop”
Lorenzo Lamperti, collaboratore RSI dall’Asia, direttore editoriale del sito di analisi “China Files”
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