È da dieci anni che Armin Capaul si sta battendo contro la totale indifferenza di Governo, Camere federali e gli uffici della Confederazione. E ora, ultima ratio, ci prova con un’iniziativa popolare. Alle autorità federali chiede che gli agricoltori vengano indennizzati – un franco al giorno per vacca – per i costi supplementari che devono sobbarcarsi se lasciano crescere le corna ai loro animali.
In Parlamento (che ha bocciato nettamente l'iniziativa, pur avendo dimostrato simpatia verso la caparbietà dell’agricoltore), i contrari dicono che il problema sollevato da Armin Capaul non va risolto con un articolo costituzionale, ma va regolato attraverso le leggi specifiche. Anche se finora, le reiterate richieste, a più livelli istituzionali, di Capaul sono rimaste lettera morta.
Può sembrare una questione marginale, ma al di là del contributo finanziario finora negato, non appena ci si addentra un po’, l’iniziativa “per le vacche con le corna” ci pone di fronte a grandi dilemmi, sia esistenziali (essere umano-essere mucca, qual è la differenza, quali i diritti degli esseri viventi), sia socio-economici (massimizzazione del profitto nella gestione degli animali da reddito) e etologici (l’importanza delle corna nelle gerarchie bovine).
Modem ne discute con:
Pascal Mayor, allevatore Cavigliano (favorevole all’iniziativa),
Omar Pedrini, allevatore Chiggiogna (contrario),
Matteo Previtali, veterinario tendenzialmente per il NO (l’Ordine dei veterinari cantonali, contrariamente a quello nazionale, non ha per ora preso posizione)
In contributi registrati, il ritratto di Armin Capaul, promotore dell’iniziativa, realizzato da Luca Beti e il parere Claudia Spadavecchia, docente di veterinaria all’università di Berna
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