La nave Oruç Reis, scortata da navi da guerra, si sta dirigendo nuovamente verso le acque contese fra Grecia e Turchia. L’imbarcazione turca destinata all’esplorazione di giacimenti di gas naturale rischia di esacerbare la tensione esistente fra i due paesi, da tempo ai ferri corti in vari ambiti. Il governo di Recep Tayyip Erdogan non riconosce la mappa di Siviglia, che definisce le zone economiche esclusive rivendicate da Grecia e Cipro.
Secondo Ankara, le affermazioni secondo cui Kastellorizo, la più orientale delle isole elleniche a 2 km dalla costa turca, possa produrre una sovranità marittima di 40’000 km quadrati sarebbero “massimaliste”. Il governo turco chiede quindi ad Atene di avviare un "dialogo onesto" sulle dispute nei prossimi "colloqui esplorativi" annunciati dai due Paesi ma l’invio della Oruç Reis potrebbe far saltare gli incontri. Il nuovo invio di una nave di esplorazione nel Mediterraneo orientale costituisce "una minaccia diretta alla pace e alla sicurezza nella regione" da parte della Turchia ha dichiarato il ministero degli esteri greco in una nota.
Irritazione per lo strappo giunge anche dalla Germania, principale mediatrice nella disputa che vede protagonisti due Paesi membri della NATO. Il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, sarà domani a Cipro e in Grecia, mentre la visita annunciata per mercoledì in Turchia appare ora a rischio. Sullo sfondo rimane comunque un interrogativo riguardante la vera natura della disputa: si tratta unicamente di gas o in gioco c’è la politica espansionista di Erdogan nel Mediterraneo e nelle regioni vicine?
Ne parliamo con:
Giacomo Luciani, esperto di energia Graduate Institute di Ginevra;
Marta Ottaviani, giornalista esperta di Turchia e Grecia;
Valeria Talbot, ISPI.
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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