La dignità di una scelta: la testimonianza di Beppino Englaro
17 anni di lotte in molte sedi ed infine il raggiungimento della meta, ovvero la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale di sua figlia Eluana. Lui è Beppino Englaro: oggi – a 4 anni di distanza dall’agognata (per lui) separazione definitiva da Eluana – ha ripreso a vivere. Gira l’Italia ma non solo per sensibilizzare la gente sulla problematica. Il suo viaggio ha toccato anche Emmenbrücke, nel canton Lucerna, ospite di una tavola rotonda, dove abbiamo potuto intervistarlo. Come si ricorderà il caso Englaro fece discutere l’Italia intera, dagli ambienti di Chiesa alla politica, dagli intellettuali alla gente comune. Il paese si spaccò, anche e soprattutto sul piano politico, con l’allora governo Berlusconi che cercò fino all’ultimo di interporsi alla sentenza della Cassazione attraverso un decreto, che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si rifiutò di firmare. In Svizzera, dove vigono altre regole assai più liberali, il tema è comunque sentito. Dal primo gennaio del 2013 è in vigore il nuovo diritto di protezione degli adulti, che istituisce una base legale nazionale volta a disciplinare il diritto all’autodeterminazione attraverso il mandato precauzionale e le direttive del paziente, il cosiddetto testamento biologico. Partendo dall’intervista a Beppino Englaro ne abbiamo parlato con Alberto Bondolfi, direttore del Centro per le scienze religiose di Trento e membro della Commissione etica nazionale, André-Marie Jerumanis, ordinario di Teologia morale all’Università della Svizzera italiana e Christian Schwarzenegger, professore di diritto all’Università di Zurigo.
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