In Svizzera gli impianti di risalita possono rimanere aperti o aprire quando la neve arriverà. Lo ha ribadito il consigliere federale Alain Berset. Il ministro della sanità ha però aggiunto che le vacanze di fine anno rappresenteranno una grande sfida, perché c’è bisogno di buoni piani di protezione ma anche – e qui citiamo – “di una severa attuazione”.
Il nostro Paese dunque terrà aperte le piste, a meno che nelle prossime settimane i dati dei contagi dovessero peggiorare. Il destino delle vacanze natalizie è dunque appeso alla curva della pandemia.
In altri Stati d’Europa gli impianti di risalita non potranno invece riaprire, perlomeno fino alla metà di gennaio. E’ così ad esempio per Francia, Italia e Germania, e questo per il timore che il virus possa far registrare un’ulteriore accelerata, proprio a causa del turismo sugli sci e degli assembramenti che normalmente genera.
Le tensioni politiche sono comunque forti. E vigorose sono anche le pressioni esercitate dalle regioni di montagna sui loro governi centrali, per poter dare il via già in dicembre alla stagione invernale.
Tutto questo mentre c’è chi chiede una regola che possa valere per tutta l’Unione europea. In gioco ci sono, anche in questo caso, posti di lavoro e gli introiti generati dalle vacanze sulla neve.
Ne parliamo con:
Juri Clericetti, direttore dell’OTR per il Bellinzonese e l’Alto Ticino
Michael Kirchner, responsabile comunicazione e vendita, Endagin St. Moritz Mountains
Zeno Kastlunger, vice-presidente Dolomiti Superski
Maria Rita Gisimondo, virologa Ospedale Luigi Sacco di Milano
Tomas Miglierina, corrispondente RSI a Bruxelles
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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