Mercoledì 13 dicembre: sarà il giorno del “gewählt ist….”. In aula questa espressione risuonerà per ben otto volte, da eleggere ci sono i sette membri del Consiglio federale e il nuovo Cancellerie della Confederazione. Ad ogni inizio di legislatura tutto il governo deve superare lo scoglio dell’elezione a Camere federali riunione. Solitamente una formalità. Quest’anno però ci sono un paio di interrogativi di peso. Il primo riguarda la successione di Berset, che a fine dicembre lascerà il Consiglio federale dopo 12 anni alla guida del Dipartimento dell’interno. Chi prenderà il suo posto? Uno dei due candidati ufficiali del Partito socialista – Jon Pult o Beat Jans – oppure un terzo sfidante? Il secondo quesito ruota attorno alla rielezione di Ignazio Cassis, con i Verdi pronti a contendere il seggio del Consigliere federale ticinese e con alcune ipotesi che lasciano intravvedere un coinvolgimento – al momento per nulla concreto – del presidente del Centro, Gerhard Pfister. Ma al di là di come andrà a finire, cosa dire della formula magica che dal 1959, seppur con un paio di variazioni sul tema, definisce gli equilibri partitici interni al governo? E cosa pensare quando ci sentiamo dire che in Consiglio federale non sempre vengono eletti i migliori candidati? È davvero così?
Ne parleremo con tre “neo”:
Brenda Tuosto, neo-consigliera nazionale PS/VD
Simone Gianini, neo-consigliere nazionale PLR/TI
Fabio Regazzi, neo-consigliere agli Stati Centro/TI
E con due interviste registrate a Greta Gysin e Lorenzo Quadri
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703681