M75 è solo l’ultimo esemplare di lupo a lasciare il segno sul territorio. Autore di predazioni in Mesolcina e in Leventina, il lupo è stato condannato a morte dopo l’autorizzazione cantonale ad abbatterlo nei Grigioni e in Ticino, come prevede la legge. Lui se ne è andato, sfuggendo così alla sorte assegnatagli, ma è per tutti palese che prossimamente è prevedibile una presenza sempre più assidua e numerosa del lupo anche al sud delle Alpi. Si ripropone il nodo della convivenza nelle nostre terre fra uomo e grandi predatori, alla ricerca di un equilibrio fra i bisogni legati al mondo contadino e i valori ambientalisti. Un compromesso che passerebbe principalmente dal concetto di protezione delle greggi.
Modem ne ha discusso alla presenza del pubblico presso la scuola elementare di Grono, martedì 23 maggio 2017, con alcuni attori impegnati sul territorio:
•Joanna Schönenberger, esperta di grandi predatori del WWF Svizzera;
•Moreno Celio, direttore della Divisione dell’ambiente del Dipartimento del territorio del Canton Ticino;
•Nicola De Tann, guardiano della selvaggina, capodistretto del circondario Mesolcina e Calanca dell’Ufficio Caccia e Pesca del Canton Grigioni;
•Armando Donati, presidente dell’Associazione per un Territorio senza Grandi Predatori sezione Ticino;
•Alberto Stern, veterinario e agricoltore di Lostallo, esperto di cani da protezione delle greggi.
L’acceso dibattito continua a lasciare aperta una questione importante: è possibile una convivenza tra lupo e mondo rurale? E soprattutto, per poter dare una risposta a questo quesito e prendere una decisione, è inevitabile il “muro contro muro” tra mondo rurale e autorità?
Ascolta la versione integrale del dibattito tenutosi a Grono
Modem 24.05.2017, 10:19
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