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Sans-papiers? Avanti così

Il Gran Consiglio ticinese respinge due mozioni rosso-verdi

  • TiPress
  • 20.09.2022
  • 29 min
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Nel mondo francofono sono conosciuti come “sans-papiers”, letteralmente, "senza documenti" e con questo termine si indicano gli immigrati clandestini. In Svizzera, queste persone che vivono nell'ombra, con il costante timore di venire scoperti e quindi espulsi, sarebbero forse 100'000, in Ticino apparentemente alcune centinaia. Ma al di là dei numeri, sarebbe o non sarebbe opportuno facilitare la regolarizzazione di chi lavora in Svizzera da diversi anni, si è integrato, ha magari anche dei figli, ma continua a vivere nell’anonimato, senza nessun permesso di residenza?

A Ginevra e in alcuni altri cantoni da alcuni anni si va in questa direzione, con conseguenze positive per i diretti interessati, ma anche per lo stato e per esempio per le casse delle assicurazioni sociali. In Ticino, la proposta di una regolarizzazione agevolata, era ieri pomeriggio sul tavolo del Gran Consiglio, che l’ha però chiaramente respinta sostenendo in estrema sintesi che le cose vanno bene così come sono. Dove sta la ragione? Dibattito con:

  • Andrea Censi, granconsigliere Lega, presidente della Commissione Costituzione e leggi

  • Donato Di Blasi, responsabile di Casa Astra;

  • Giovanni Ferro-Luzzi, professore di economia del lavoro all’Università e alla Sup di Ginevra;

  • Daria Lepori, granconsigliera PS, membro della Commissione Costituzione e leggi.

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