Un racconto preciso e doloroso il suo, che inizia dal respingimento alla frontiera di Arzo e termina con la descrizione dell’ orrore vissuto nel campo di concentramento. Ogni giorno doveva passare la selezione fra chi poteva lavorare e dunque sopravvivere, e chi era superfluo, destinato alla camera a gas. Liliana Segre, nominata pochi giorni fa senatrice a vita dal presidente italiano Sergio Mattarella, racconta il suo vissuto rituffandosi ogni volta nell’orrore conosciuto all’età di soli 13 anni, consapevole dell’ importanza del suo racconto per mantenere viva la memoria dell’olocausto anche fra i giovani. Ma che valore conserva oggi la rievocazione di questa tragedia umana, che si commemora in occasione della giornata della memoria del 27 gennaio? Perché molte persone continuano a non conoscere questi fatti?
Dopo aver ascoltato Liliana Segre commenteremo la sua testimonianza con la ricercatrice e scrittrice Sibilla Destefani, assistente di letteratura italiana all’Università di Zurigo, che ha concluso una tesi di dottorato dedicata alla letteratura della Shoah e con Jadwiga Pinderska-Lech, direttrice della casa editrice del Museo statale di Auschwitz-Birkenau.
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