“È la più grande catastrofe naturale nella storia recente della Spagna”. A dirlo il primo ministro di questo Paese, Pedro Sanchez, dopo il diluvio che ha colpito la regione di Valencia, martedì scorso. Ancora provvisorio il numero delle vittime, al momento oltre 210, di quello che molti hanno anche definito uno “tsunami”. Sulle colline attorno a Valencia, in poche ore, è caduta la stessa quantità d’acqua che normalmente si registra in un anno intero. Seppur in maniera minore questa alluvione ha interessato anche altre regioni del sud della Spagna, Andalusia e Castiglia-la Mancia. Da allora sono scattati i soccorsi e le operazioni di sgombero, tra ritardi, polemiche e la rabbia della gente. Proteste che hanno investito anche il re della Spagna, in visita nella regione Felipe VI è stato accolto al grido di “assassini”, con lui anche il premier Sanchez. Una tragedia evitabile? Come e dove si sono inceppati i sistemi di allarme rivolti alla popolazione? E quanto l’aumento delle temperature del Mediterraneo rischia di rendere questi fenomeni sempre più frequenti? E ancora, quale ruolo può aver avuto l’intensa urbanizzazione della regione attorno a Valencia? Queste alcune delle domande che porremo ai nostri ospiti, in una puntata in cui guarderemo anche al 2024 nel suo insieme, anno in cui diverse altre regioni d’Europa, Svizzera italiana compresa, hanno dovuto fare i conti con eventi temporaleschi estremi.
Ospiti della puntata:
Mariangela Paone, collaboratrice RSI dalla Spagna
Mauro Pozzoni, responsabile Settore idrologia, Supsi
Claudio Cassadro, meteo-climatologo dell’università di Torino
Marco Gaia, responsabile Divisione Previsioni e consulente presso Meteosuisse
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