Miliziani dell'Isis
Modem

Un tweet grattacapo

Per Trump gli europei devono riprendersi i propri jihadisti

  • 19.02.2019
  • 37 min
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È stato con due dei suoi tweet sibillini che, sabato scorso, il presidente statunitense Donald Trump ha incalzato gli alleati europei: "riprendetevi gli 800 combattenti dell'Isis che abbiamo catturato in Siria e processateli. L'alternativa non è buona ed è che saremo costretti a rilasciarli. Non vorremmo vederli penetrare in Europa, dove si prevede vadano".

Certo, formalmente, i combattenti europei jihadisti sono nelle mani delle milizie curde appoggiate da Washington e non è detto che vengano effettivamente rimessi in libertà da un giorno all’altro ma il messaggio di Donald Trump mette il dito su di una ferita ancora aperta nel vecchio continente. In prima fila vi è la Gran Bretagna, finora la più restia a riprendersi i combattenti soprattutto di fronte al dilemma della sorte da riservare alle loro mogli e figli. La Francia è più fiduciosa nella capacità dei curdi di gestire ancora per qualche tempo questi prigionieri nell’attesa che le operazioni di rimpatrio, già avviate, giungano a termine.

Anche la Svizzera deve confrontarsi con il problema del possibile rientro di una trentina di combattenti ed il Consiglio federale dovrebbe pronunciarsi prossimamente sull’argomento. Che fare dunque degli ex-combattenti, delle donne ISIS e dei bambini nati “in cattività”, sia su un piano pratico sia su quello giuridico?

Per discuterne a Modem intervengono:

Nicol Degli Innocenti, corrispondente del Sole24ore a Londra;

Paola Gaeta, professoressa di diritto internazionale al Graduate Institute di Ginevra;

Jean-Paul Roullier, esperto di terrorismo al Centro analisi terrorismo di Ginevra;

Chiara Sulmoni, giornalista e analista freelance.

Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay

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