Colpisce anziani e giovani, famiglie e singles, benestanti e poveri: si tratta dell’indebitamento eccessivo, una spirale negativa che si insinua nelle nostre vite. Le cause possono essere diverse: malattia, pensionamento, licenziamento, divorzio o anche semplicemente l’incapacità a gestire i nostri acquisti e a compilare un budget credibile. A questo si aggiunge la tendenza crescente ad effettuare pagamenti online, con la carta di credito e a sottoscrivere prestiti e contratti di leasing, posticipando così il momento della verità. Il conto finale si può però rivelare salato, perché se mancano i soldi intervengono quasi inevitabilmente le società di incasso o i funzionari degli uffici di esecuzione. Secondo alcune stime il fenomeno è in espansione e colpisce più del sette percento della popolazione. Che fare allora? A chi ci si può rivolgere? Come lavorare nelle scuole per spiegare ai giovani i rischi dell’acquisto facile? Come ci si può risollevare da questo momento difficile? Quale è la strategia a livello svizzero? In Ticino è attivo da 3 anni un programma di azione coordinata fra diversi uffici, enti ed associazioni che si chiama “Il franco in tasca” e che ha stilato nei giorni scorsi un primo bilancio. Ne discutiamo a modem con Simona Bernasconi, direttrice di SOS debiti, Sara Grignola Mammoli del dipartimento della sanità e socialità, responsabile del programma “franco in tasca”e Alberto Crugnola, reponsabile della clientela privata della Banca Migros sezione Ticino.
Replica su Rete Due alle 19.25
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