Il Soccorso svizzero d'inverno ha sostenuto oltre 50'000 persone nell'ultimo anno; 1455 in Ticino. La pandemia e la guerra in Ucraina, che ha portato ad un aumento del costo della vita, hanno messo a dura prova l'organizzazione che ora lancia un appello alle donazioni. Non è l’unica antenna a rilevare un incremento delle persone bisognose.
Anche Caritas Svizzera sottolinea l’aumento del 40% - questa estate – della clientela nei suoi negozi. Mentre uno studio della Scuola universitaria professionale bernese, indica che l’aumento dei prezzi ha già spinto verso la precarietà 78'000 persone.
I rincari stanno in particolar modo incidendo sulle tasche di chi vive in povertà o al limite della povertà. Recentemente, ProSenectute aveva già fatto notare che un anziano su otto – in Ticino si arriva anche al 30% – è povero. Ma il fenomeno è trasversale e tocca lavoratori e lavoratrici precarie (i “working poor”), giovani che non trovano un lavoro dopo l’apprendistato o gli studi, famiglie monoparentali, persone di mezza età che perdono il lavoro e non riescono più a rientrare nel sistema.
A Modem ci focalizziamo proprio su questo ultimo aspetto.
E ne parliamo con:
Andrea Gehri, presidente della Camera di Commercio del Canton Ticino
Spartaco Greppi, responsabile del Centro competenze lavoro, welfare e società della Supsi
E con un reportage introduttivo di Laura Dick, che ha sentito l'antenna ticinese di Soccorso d’inverno, Caritas Ticino e SOS Debiti.
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