Quali sono le vostre parole dell’anno, ovvero quelle che hanno contrassegnato maggiormente il dibattito pubblico nel 2024? Siete d’accordo con la decisione della Scuola universitaria di scienze applicate di Zurigo (ZHAW) che ha scelto “non binario” come parola svizzera dell’anno? In italiano, oltre a “non binario”, sono state selezionate altre due espressioni che hanno plasmato il discorso pubblico nel nostro Paese e nelle sue regioni linguistiche: “allerta meteo” e “nomofobia”. Queste parole riflettono i temi e le preoccupazioni che hanno caratterizzato l’anno in Svizzera, spaziando dalla politica alla società, fino ai fenomeni naturali. La vittoria del cantante svizzero Nemo alla 68esima edizione dell’Eurovision Song Contest e quella della pugile algerina Imane Khelif alle recenti Olimpiadi di Parigi hanno stimolato una grande e animata discussione sul significato del concetto di “non binario”. Le persone non binarie non si riconoscono né nel genere femminile né in quello maschile. In sintesi una persona non binaria è un individuo che non si riconosce né nel genere uomo né nel genere donna. L’espressone però va oltre la questione di genere e mette in discussione più globalmente la visione dualistica del mondo. Il meteo, invece, è purtroppo balzato agli onori della cronaca per l’intensificarsi di eventi atmosferici estremi sia in Svizzera -soprattutto ci ricordiamo delle alluvioni in Mesolcina, in Vallemaggia -in Valle Bavona e in Valle Lavizzara- e in altre regioni- sia nel resto d’Europa, come in Italia e di recente in Spagna. Le allerte sono quindi diventate un mezzo fondamentale per la protezione della vita e dei beni. Il termine nomofobia è l’abbreviazione dell’inglese “no mobile phobia” e descrive la sofferenza legata alla paura di rimanere sconnessi dalla rete e di essere separati dal proprio telefono cellulare. L’uso eccessivo e incontrollato dello smartphone può avere degli effetti negativi sull’equilibrio psicologico, a tal punto che il timore di staccarsene può innescare reazioni simili a un attacco di panico quali ansia, mancanza di respiro, nausea, dolore toracico e vertigini. Una condizione che, secondo gli esperti, sta assumendo proporzioni preoccupanti. “Unterschriften-Bschiss”, “cessez-le-feu” e “segundimorant” sono state le parole scelte per le altre lingue nazionali. Ne parliamo oggi con voi e con chi, in veste di giurato assieme ad altre persone, ha optato per queste tre parole.
È ospite: Angelo Ciampi, professore d’italiano presso il Dipartimento di Linguistica Applicata allo ZHAW di Zurigo e presidente della giuria per la parola dell’anno in italiano.
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