Fa discutere e dibattere il concerto del rapper italiano Fabri Fibra, in programma mercoledì 6 luglio, in Piazza Luini al LAC di Lugano. Fabri Fibra, che torna a calcare i palchi con il suo tour estivo Caos Live, Festival 2022, è considerato un pilastro della cultura giovanile, musicale e artistica italiana. Ma l’arrivo del rapper italiano a Lugano ha indignato il collettivo femminista “Io l'8 ogni giorno”, che ha indirizzato una lettera al Municipio di Lugano e al LAC nella quale viene chiesto senza mezzi termini di annullare il previsto concerto. A finire sotto accusa, nella lettera di protesta, sono i testi di Fibra che secondo il collettivo femminista sono intrisi di misoginia, sessismo, omofobia e incitazioni all'odio e alla violenza. A sostegno di questa tesi vengono citati degli estratti di alcune canzoni che però risalgono a più di 10 anni fa: “Venerdì 17” e “Su le mani”. Il collettivo “Io l'8 ogni giorno” chiede dunque di annullare l'esibizione e accusa la città di promuovere un atto di violenza, odio e ipocrisia. “È chiaro che il confine tra libertà artistica e messaggio violento o offensivo a volte è molto labile, ma in questo caso il limite è stato superato -ha spiegato ai microfoni della RSI Angelica Lepori, membro del collettivo-, credo anche che sia pericoloso banalizzare questo genere di messaggi, giustificarli attraverso lo scherzo e la provocazione; è un po’ quello che si tenta di fare con questi tipi di messaggi misogini e sessisti”. Lepori ha aggiunto anche che essendo il LAC “un po’ il centro della cultura della città e del Cantone è ancora più grave che sia questa istituzione a promuovere questo genere di musica”. Di parere diverso Roberto Badaracco, capo del Dicastero cultura sport ed eventi della città, che ha replicato a coloro che vorrebbero annullare il concerto, spiegando come “l’arte, la cultura e la musica debbano rimanere in una libertà espressiva che certamente non devono superare certi limiti. Fabri Fibra in passato li ha chiaramente superati e gli è stato fatto notare; credo che abbia compreso di non dover andare oltre i limiti. L’artista è stato vagliato da chi è competente per proporre spettacoli di questo tipo, francamente posso convalidarlo e dire che non mi sembra così esagerato: certe canzoni forti non sono più state riproposte, perché sollevavano critiche giustificate”. Da una parte, quindi, il collettivo femminista “Io l’8 ogni giorno” che chiede la cancellazione perché si è superato il limite, puntando nel contempo il dito contro vecchi testi controversi del rapper, e dall’altra il Municipio di Lugano che sostiene che le canzoni forti non sono più state proposte e che quindi la sua presenza è giustificata. La città ha quindi deciso che, sulla base di queste premesse, il concerto di inizio luglio si terrà come previsto. Le domande di oggi partono quindi da questa polemica sulla quale già in molti si sono espressi: si possono porre dei limiti, dei confini e delle restrizioni alla libertà, alla creazione e all’espressione artistica? La censura e il politicamente corretto valgono anche nell’arte?
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