Diversità, equità, inclusione
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La lingua e la scrittura inclusiva, fra asterischi, simboli e sfumature “neutrali”

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Di: Antonio Bolzani 

Buongiorno o buonasera a tutt*! Siete favorevoli o contrari all’uso del linguaggio inclusivo, chiamato anche “linguaggio ampio”, nei testi e nelle comunicazioni ufficiali? Ne parliamo oggi perché su questo tema che divide da tempo l’opinione pubblica si voterà a Zurigo domenica 24 novembre. «Tschüss, Genderstern!» (Addio, asterisco inclusivo!) è la denominazione dell’iniziativa, lanciata da un comitato di centro-destra, guidato dalla consigliera comunale UDC Susanne Brunner, che chiede appunto al Municipio di Zurigo di «vietare l’uso di caratteri speciali nei testi delle autorità comunali», esigendo l’utilizzo di «un linguaggio chiaro, comprensibile e leggibile». Per far cambiare idea all’amministrazione comunale zurighese affinché venga eliminato l’asterisco inclusivo, introdotto nel 2022 come desinenza di genere neutro per meglio includere anche le persone trans e non binarie, sono state raccolte ben più delle 3’000 firme necessarie. Il dibattito sulla ricerca di sfumature espressive più “neutrali” e su una lingua capace di abbracciare le diversità è apertissimo e di grande attualità; i punti di vista, le posizioni e le opinioni divergono e così, per la prima volta in Svizzera, la popolazione -in questo caso gli abitanti della città sulla Limmat- è chiamata ad esprimersi proprio sulla scrittura inclusiva di genere. Voi cosa votereste? Sì o no all’asterisco inclusivo e ad altri simboli speciali nei documenti istituzionali e ufficiali? Dite la vostra oggi, telefonandoci allo 0848 03 08 08 o scrivendoci via Wathsapp allo 076 321 11 13.

È ospite:
Stefano Vassere, linguista e direttore delle Biblioteche cantonali

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