Vi sentite minacciati dall’idea di una super intelligenza artificiale? Pensate all’AI come a una sorta di creatura divina o, piuttosto, come a un complesso strumento tecnologico? Ci affidiamo sempre più a tecnologie “intelligenti”, a cui cediamo, con poca attenzione, moli di dati, già prima della nostra nascita, dati che alimentano quel variegato sistema fatto da piattaforme social come Facebook e Instagram che qualcuno ha definito capitalismo della sorveglianza, da cui le grandi tech companies ricavano lauti guadagni. Lasciamo che algoritmi di AI generino rappresentazioni del nostro mondo, basandosi sui dati dei nostri profili; affascinati e intimoriti, subiamo una tecnologia, che ci appare meravigliosa, che ci fa da specchio e in cui finiamo per cercare noi stessi. Le parole dell’antropologa, Veronica Barassi, professoressa all’Università di San Gallo e dello scienziato cognitivo, Gerd Gigerenzer, direttore dell’Harding Center for Risk Literacy dell’Università di Potsdam, ospiti del Giardino di Albert, ci permetteranno di porre uno sguardo critico su tutto questo, aiutandoci, alla fine, a capire qualcosa di più su noi stessi in quanto esseri umani.
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