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Rischio di spionaggio, Huawei sotto la lente

La Germania ha deciso di sostituire metà della rete 5G, prodotta da aziende cinesi - In Svizzera si pensa a una modifica di legge

  • 12 luglio, 05:40
  • 12 luglio, 15:07

Il dilemma legato alla presenza di Huawei

SEIDISERA 11.07.2024, 18:47

  • Keystone
Di: Seidisera/RSI Info

Antenne, ripetitori, cavi, cabine di controllo o software: i componenti della rete 5G provenienti dalla Cina sono sotto la lente in Europa. Negli ultimi anni, molti Paesi hanno deciso di non ricorrere ad aziende straniere per la propria telefonia mobile. Infatti, in caso di crisi geopolitica, il rischio di subire sabotaggi, ricatti o di venir spiati non è da escludere.

In Germania, circa il 50% della rete è prodotta dalle aziende cinesi Huawei e ZTE. A suo tempo, il governo di Angela Merkel non aveva escluso le multinazionali cinesi. Ora, però, Berlino fa un passo indietro decidendo di sostituire tutte le parti della rete che provengono dalla Cina. Un’operazione complessa e costosa che verrà ultimata entro il 2029.

In Svizzera invece, il Consiglio federale ha incaricato il dipartimento competente di presentare un progetto di revisione della legge sulle telecomunicazioni. Da un’analisi globale delle apparecchiature utilizzate nelle reti 5G, risulta che solo uno dei tre operatori di telefonia mobile elvetici è estremamente dipendente da Huawei.

Huawei continua a investire in Europa

Dopo anni di difficoltà, dovute a un’ondata di restrizioni, ora la presenza di Huawei è in netto rilancio. In Francia, infatti, sta costruendo il suo primo impianto di produzione in Europa. In ogni caso, il colosso è rimasto ben radicato con uffici in 33 Paesi europei e circa 10’000 dipendenti.

Dallo scorso autunno il gigante cinese ha lanciato una nuova offensiva di soft power con varie iniziative, tra cui una conferenza a Como, che ha portato ad accordi di transizione digitale con aziende o settori come la sanità. È stata inoltre promossa una piattaforma di assistenza per le aziende cinesi che vogliono essere presenti sul mercato europeo.

Preoccupano i legami col Governo

Il colosso ha sempre negato la condivisione di dati con le autorità di spionaggio e rimandato al mittente le accuse in tal senso. I legami con il governo di Pechino, però, sembrano profondi. Secondo Bloomberg, l’azienda avrebbe ricevuto circa 30 miliardi di dollari di finanziamenti statali per sviluppare chip autoctoni, aggirando così le sanzioni. Il rilancio di Huawei in Europa viene inoltre definito dalla Cina come resistenza al bullismo e al protezionismo occidentale.

In Svizzera si va verso la revisione della legge

Certo, l’azienda guarda con sempre maggiore interesse ai Paesi emergenti del cosiddetto sud globale, dove trova meno resistenze, ma l’Europa resta un obiettivo importante. Inoltre, alcuni Paesi non hanno preso decisioni dirette e quindi Huawei ha margine di manovra. Anche in Svizzera, dove le discussioni sono in corso.

Il pericolo viene riconosciuto dal Governo elvetico, che vuole equipaggiarsi di strumenti che permettano di vietare l’acquisto, l’installazione e l’esercizio di apparecchiature di fornitori ritenuti una minaccia per la sicurezza.

La consigliera nazionale del Centro Isabelle Chappuis auspica che la decisione della Germania possa ora accelerare il processo politico in Svizzera: “La procedura di consultazione è prevista per il prossimo anno”, indica. “Speriamo quindi che non sia alla fine dell’anno prossimo, ma piuttosto ad inizio 2025”.

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