Tutti al grotto con Croci-Torti, Cereda e Pini

Per quanto possano essere diversi gli sport dei quali si occupano, le vite degli allenatori in fondo sono molto simili. Vite fatte di decisioni da prendere, di persone da gestire, di dettagli da curare e di tanti altri aspetti poco noti al grande pubblico. E quando tre allenatori ticinesi come Mattia Croci-Torti, Luca Cereda e Mauro Pini si ritrovano seduti al tavolo di un grotto davanti a un piatto di formaggio e a un boccalino di vino, è normale che queste similitudini nella diversità vengano a galla.

"Di Luca - ha confessato Pini - ammiro tanto come si assume la responsabilità nel bene e nel male, mentre Mattia, con la sua semplicità e con la sua onestà, è stato capace di far rinascere in me l'interesse per il nostro calcio". A Cereda, invece, "ciò che piace di Mauro è la coerenza con se stesso e con chi gli sta attorno", mentre del Crus ama "l'immagine di una persona che è molto emotiva" e che, al contrario suo, "non ci pensa su troppo, va e fa", una qualità che ogni tanto gli piacerebbe avere. "Per me è molto semplice - ha invece rivelato Croci-Torti - la cosa bella di Luca è la sua clamorosa forza interiore, mentre mi piace seguire Mauro perché lui è l'unico che gestisce degli sportivi tra i più forti al mondo nel suo sport. È a un livello altissimo".

Nella lunga conversazione i tre coach hanno anche confessato come seguire una routine prima degli avvenimenti possa aiutarti a sentirti meglio, ma anche di come a volte un leader possa sentirsi solo o di quanto possa essere importante scegliersi il pub giusto, quello frequentato da persone delle quali non importa nulla del tuo sport, così da potersi godere un po' di relax senza dover sempre parlare di hockey, di sci o di calcio. Similitudini nella diversità, insomma.