Nonno Fernando se n’è andato troppo presto per ammirare di persona l’inimmaginabile. Nel 2005, infatti, il piccolo Pedro non aveva che tre anni, e ce ne voleva di inventiva per prevedere che, un giorno, quel suo affettuoso soprannome sarebbe stato stampato sulla maglia numero 8 del Barcellona, in rigoroso stampatello maiuscolo: PEDRI. Come irrealistico, d’altronde, era credere che un umile locale sito a Tegueste, nell’entroterra di Tenerife, potesse trasformarsi in meta di pellegrinaggio per tifosi… e curiosi, blaugrana e non. Già, perché è proprio qui, al Tasca Fernando, che la star spagnola ha mosso i primi passi calcistici, slalomeggiando col pallone tra le gambe dei clienti e quelle dei camerieri-parenti. Assieme al fratello, ai cugini e agli amici, con un occhio di riguardo… a lampade e stoviglie. E poco importa se - lungo la strada verso il successo - talvolta si è reso necessario un sacrificio al dio delle ceramiche.
Il padre del Golden Boy 2021, al centro, e gli zii
Fondato nel 1972 (i sapori restano tutt’oggi quelli di allora, assicura il foglio di benvenuto), il ristorante trasuda storia da ogni parete. Mezzo secolo, tre generazioni: dal fiero “catalan”, che in un feudo prettamente madridista non esitò a istituire il primo fans club ufficiale del Barcellona, agli abbracci tra il “crack” e Messi, passando per le immagini di papà Fernando junior e zio José Luis, l’abituale padrone di casa. Lui, contrariamente a chi fa la spola con la Catalogna per vegliare sul pupillo di famiglia, ha piantato le radici sull’isola, deliziando i commensali con aneddoti degni del miglior biografo. Ci credete che Fernando senior, costretto a far scalo a Madrid per seguire un match dei suoi al Camp Nou, si fece trasportare in sedia a rotelle tra i due aerei pur di non appoggiare il piede sul suolo della capitale? O sapevate che lo stesso Pedri, prima di firmare con il Las Palmas (squadra con cui ha debuttato tra i professionisti a soli 16 anni), fu in procinto di accasarsi al Real? “Mio nipote tra le file dei grandi nemici”: lassù, qualcuno deve aver storto il naso. E guarda caso, nei giorni del provino, ci si mise di mezzo… un’abbondantissima nevicata. Prima complicando l’atterraggio, poi riducendo drasticamente il numero di allenamenti, peraltro in un contesto poco congeniale. “Grazie per essere venuto, ma è un no”.
Un autentico museo privato
È domenica, e purtroppo per recensire il piatto forte della casa - le “croquetas de Pedri”, a base di tonno - occorrerà tornare un’altra volta (sperando che non sia fra 35 anni, il lasso di tempo trascorso dall’ultima/unica esibizione rossocrociata all’Heliodoro Rodriguez Lopez di Santa Cruz). Cucina chiusa, “Descanso del personal”. Sorride il padre, offrendoci da bere. Come biasimare chi sta ai fornelli, d’altro canto: qui lavorare sette su sette, a differenza di quanto accade in altre realtà commerciali del paesello, non è più necessario. Basta essere operativi da martedì a sabato, dalle 13h alle 17h; il resto, appunto, è riposo. Non che manchi la voglia di fare, attenzione: dietro all’affermazione del classe 2002 - da sempre poco avvezzo a portare i vassoi, scopriamo - ci sono tutti i sacrifici dei genitori, c’è l’etica del lavoro trasmessa fra queste quattro mura rosse, impregnate dei tipici profumi locali. “Da piccolo mi è stato insegnato che lavorando sodo si può ottenere tutto ciò che si vuole”: eccole, non a caso, le parole pronunciate alla stampa nel giorno della presentazione a Barcellona. Dove la calma, la compostezza e la “saggezza” del giovane - in contrasto con l’età, e a prescindere dalle doti tecniche - hanno subito colpito tutti. Tutti tranne chi l’ha visto crescere: “Beh, che dire, siamo molto orgogliosi che non sia minimamente cambiato, malgrado la fama - il coro dei genitori - le sue migliori qualità? L’umiltà, sì, e la capacità di ascoltare. Senza, per noi, non si va lontano”.
Parenti... illustri
Bene, la visita a Tegueste ci ha appagato. Ormai è il momento dei saluti. Un attimo: transitando per la piazza principale, lo sguardo è catturato da una statua: “È Antonio - ci dicono - il prozio di Pedri. È stato il nostro postino per più di 50 anni!”. Ah, un’altra celebrità della famiglia Gonzalez. Chissà che presto, al suo fianco o in posizione più centrale, non sorga allora una seconda scultura. Quella di un ragazzino ghiotto di crocchette, che proprio lì - davanti alla chiesa di San Marcos - correva sognando Iniesta. Quella di un ragazzino che, in fondo, ha sempre avuto tanta fame.
Il servizio con Giorgio Contini (Rete Uno Sport 18.11.2024, 07h00)
RSI Sport 18.11.2024, 07:29
Legato a Rete Uno Sport 18.11.2024, 07h00