Hockey

Gianinazzi e Granlund i migliori, bocciati Arcobello e Riva

Il Lugano conquista i pre-playoff crescendo nel finale di una complicata regular season e gioca un quarto di finale a testa alta, le pagelle della stagione

  • 27 marzo 2023, 13:02
  • 14 settembre 2023, 22:02
gianinazzi granlund

I due protagonisti in positivo della stagione bianconera

  • freshfocus

di Paolo Laurenti e Omar Meshale

Secondo anno consecutivo ai pre-playoff (4 punti in meno rispetto al passato campionato) i bianconeri vivono due stagioni in una: terribile l’inizio con la rivolta verso McSorley, poi esonerato, e il 13° posto toccato a novembre, in crescita il finale con la cura Gianinazzi che ha permesso di riacciuffare la 10a posizione.

MCSORLEY: probabilmente ha fatto il suo tempo. A Lugano ha fallito. Avrebbe dovuto gettare la basi per costruire una squadra in grado di arrivare in fondo invece viene allontanato dopo un nono posto e un'eliminazione in quattro partite ai playoff l'anno scorso, dopo solo 9 punti in 8 partite quest'anno e uno spogliatoio contro. VOTO: 3

GIANINAZZI: viene gettato senza salvagente in acque agitatissime, ma riesce a raggiungere l'obiettivo pre-playoff, a eliminare il Friborgo in due partite e addirittura a impensierire il Ginevra vincitore della regular season. Non male per un 30enne debuttante tra i professionisti. Di più non gli si poteva chiedere. VOTO: 5

DOMENICHELLI: per numeri e prestazioni nel passato, obiettivamente difficile rimproveragli qualcosa su Kaski, anzi il vero colpo è stato allora rimediare con un profilo agli antipodi come Klok, solido equilibratore della difesa bianconera. Positivi gli ingaggi di Koskinen, Granlund, Andersson e Marco Müller, perfettibili invece le seconde linee: Stoffel (al secondo anno), Gerber e Patry (a lungo infortunato) hanno dato poco. Dubbi, molti dubbi sul rinnovo biennale ad Arcobello. Azzecca la scommessa Gianinazzi. VOTO: 4

KOSKINEN: un inizio stagione e una postseason quasi sempre (vedi gara 5 e 6 dei quarti di finale) da NHL ma anche un lungo buco di 10 partite in tribuna. Alti e bassi insomma, ma se il Lugano fa a lungo dubitare il vincitore della regular season è anche e soprattutto merito suo. VOTO: 4,5

SCHLEGEL: è chiaro fin dall’inizio che sarà la riserva di Koskinen. Lui è bravo ad accettare il ruolo e soprattutto a farsi trovare pronto quando il finlandese accusa un calo. Dà un contributo sostanziale alla qualificazione del Lugano ai pre-playoff vivendo un mese di gloria tra la fine di gennaio e la fine di febbraio. VOTO: 4,5

ALATALO: non una stagione esaltante per il figlio dell'assistente allenatore, troppi i rischi presi nell'impostazione del gioco che dovrebbe essere uno dei suoi punti di forza. Anche lui al pari di diversi compagni riesce a "risistemarsi", senza eccellere, nella postseason. VOTO: 3,5

MIRCO MÜLLER: ordine, precisione e pulizia. Dopo l’allontanamento di McSorley (criticato fortemente dal nazionale svizzero a più riprese) si dimostra uno dei solidi perni dell’assetto difensivo bianconero traballante in stagione, ma che si rivela a tratti invalicabile nelle sfide alle romande Friborgo e Servette. Curiosità: per la prima volta in carriera chiude un campionato senza segnare. VOTO: 4,5

GUERRA: un campionato a due velocità. Vogliamo premiare però l'impennata in termini di solidità e affidabilità ammirata nei playoff. Leadership e personalità culminate nella prima rete in bianconero che porta il Ginevra sull’orlo di una crisi di nervi. VOTO: 4,5

KLOK: il suo arrivo sistema una difesa disastrata dalla cura McSorley-Kaski. Dopo aver riequilibrato il reparto, si concede qualche fruttuosa sortita offensiva. Tantissimo e affidabile TOI, ma anche troppe sbavature nelle partite decisive col Ginevra. VOTO: 4+

WOLF: conosce i propri limiti e prova a compensarli con grande impegno e dedizione. Verso la fine della stagione "ruba" il posto nel top six a Riva. VOTO: 4

RIVA: cambiare aria potrebbe fargli bene. Il difensore ticinese non solo ha cessato di crescere, ma è addirittura regredito. Apporto offensivo quasi nullo, tremendamente in sofferenza nel gioco alle assi, la sua stagione è stata contraddistinta da troppi svarioni difensivi. Ripetiamo, cambiare aria potrebbe fargli bene. VOTO: 3

ANDERSSON: discorso comune a molti suoi compagni, ovvero "ci si aspettava qualcosa in più". Difensivamente ha mostrato delle lacune, soprattutto a livello di fisico scarsamente utilizzato dal figlio d'arte. Offensivamente cresce nel finale di stagione. VOTO: 4

KASKI: la pagella più facile da scrivere, semplicemente un disastro su tutti i fronti: difensivamente, offensivamente e dal profilo dell’atteggiamento. VOTO: 2

CARR: una regular season di sofferenza totale senza mai riuscire a ritrovare il livello auspicato dopo quasi un anno di naftalina tra long covid e commozione cerebrale. Frustrazione sfogata anche contro lo staff medico e con tante troppe penalità inutili. Ritrova spunti ed emozioni nella postseason (6 punti in 6 gare contro il Ginevra). VOTO: 4

STOFFEL: trova la prima e unica rete in bianconero ma per il secondo anno consecutivo non riesce a ritagliarsi un posto di rilievo in squadra finendo a fare il pendolare con Biasca. Buone mani, poco carattere. VOTO: 3

MARCO MÜLLER: grinta, tecnica ed intelligenza sempre e comunque al servizio del collettivo. Prova ad accendere la luce anche nelle serate più buie. Segna anche poco in rapporto alla mole di gioco creata, quando lo fa risulta però spesso decisivo. Sul voto pesa il crollo alla distanza, frenato da un problema al costato: 0 punti contro il Ginevra e un poco lusinghiero -7. VOTO: 4

ZANETTI: la rivelazione della stagione. Veloce, inesauribile e utile in ogni ruolo assegnatoli con un rendimento costante dalla quarta alla prima linea. Simbolo del cambio di rotta e filosofia bianconera instaurato con l’intronizzazione di Gianinazzi. Merita un rinnovo del contratto in scadenza. VOTO: 5

HERBURGER: vede pochissimo la porta e dopo una stagione regolare anonima nella postseason alza notevolmente il livello dimostrandosi affidabile centro della quarta linea, duttile e prezioso in diverse situazioni. Il contratto scade, difficile rimanga a Lugano. VOTO: 4

FAZZINI: al solito è quello che ci prova di più, l’efficacia al tiro cala però vertiginosamente rispetto al passato. L’undicesima stagione in prima squadra è infatti la meno prolifica degli ultimi 7 anni. Il Fazz prova allora a farsi valere anche in altre zone della pista con compiti diversi. VOTO: 4-

BENNETT: chiude la regular season con gli stessi punti di Josephs, ma con una dozzina di partite in meno giocate. La definizione di "straniero di scorta" non rende dunque onore al canadese che era destinato – in teoria - solo ai Rockets. Impegno, energia e velocità sono qualità mai mancate ogni volta che è stato chiamato in causa. La sua assenza contro il Ginevra si è fatta sentire. VOTO: 5

JOSEPHS: tanto sbattimento, ma troppo spesso poco costrutto. Con l’aumento a sei stranieri non a caso emergono ulteriormente i suoi limiti. Difficilmente e ragionevolmente lo rivedremo in bianconero il prossimo anno. VOTO: 3,5

MORINI: vale il discorso fatto per Marco Müller, uno dei pochi a garantire sempre "garra" e rendimento anche nelle serate storte. Non a caso il suo nome circola fra i papabili alla C di capitano ad inizio stagione. Poco in evidenza nei quarti di finale. VOTO: 4,5

ARCOBELLO: a settembre sgancia la bomba attaccando dopo poche partite (ma rendendo pubblico un malessere che aveva radici più lontane) Chris McSorley, ottenendone l’esonero. Nemmeno con una nuova guida tecnica il capitano riesce a esprimersi al meglio. E la squadra non accusa per nulla la sua assenza per infortunio, anzi… Ha ancora due anni di contratto… VOTO: 3

GERBER: a Berna faticava a trovare spazio. A Lugano il discorso non è cambiato, anzi ha giocato addirittura di meno. Si faticano a capire quali siano le sue qualità. VOTO: 3,5

GRANLUND: attaccante di grande classe, ogni disco giocato è un inno all'intelligenza hockeistica. Da lui il Lugano pretendeva gol e punti e il finlandese ha rispettato le attese: 22 centri e 45 punti totali in regular season. Decisivo nei pre-playoff contro il Friborgo, termina la serie con il Ginevra acciaccato. VOTO: 5

PATRY: fermato a lungo da un infortunio (solo 15 partite in regular season), nella postseason trova la sua dimensione in quarta linea. Ci si aspettava di più. VOTO: 4-

WALKER: il suo recupero rappresenta per il Lugano argento vivo, un'iniezione di energia pura. Il 36enne conosce perfettamente le dinamiche della postseason e mette a disposizione della squadra la sua esperienza a livello di gioco fisico e... verbale. VOTO: 4,5

CONNOLLY: la padronanza del bastone e la visione di gioco sono da fuoriclasse, ma dà la sensazione di risparmiarsi senza rivelarsi un trascinatore. Alla fine viene fermato da problemi fisici. Sarebbe stato interessante - e prezioso per la squadra – vederlo all'opera nei playoff. VOTO: 3,5

THÜRKAUF: in regular season fatica terribilmente a prendere il ritmo, ma sul finale di stagione – anche con la "C" sul petto durante l’assenza di Arcobello - cresce enormemente e assieme a Richard e Simion è il capocannoniere dei quarti di finale dei playoff. VOTO: 4,5

FATTON, VILLA, UGAZZI, WERDER, BEDOLLA, NÄSER, CORTIANA e VEDOVA: solo scampoli di partita per molti di loro, non giudicabili.

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