Di Armando Ceroni
Ridicolo. Semplicemente ridicolo. Ci sono atleti che hanno viaggiato più di quindici ore in classe economica. Che hanno già atteso tra un aeroporto e l'altro. Che sbarcano a Tokyo e l'attesa diventa estenuante. E pensare che i giapponesi si vantano per essere precisi. Organizzati. Il COVID li ha travolti. Le regole, che da queste parti sono un mantra, sono aumentate a dismisura, così come i controlli. E fin qui ci sta. Ma quello che ne consegue è da dilettanti allo sbaraglio.
Coloro che gareggiano alle Olimpiadi non hanno una via privilegiata. Costretti ad aspettare ore. Obbligati ad una lunga fila in aeroporto senza informazioni. Senza acqua. Senza cibo. Per altro irreperibile e comunque vietato 30 minuti prima di un test salivare. Il problema è che nessuno sa quando si dovrà sputazzare. E il CIO che fa ? A parole bla, bla. Nei fatti zero. A parte i sorrisi e la gentilezza tipica giapponese, la struttura di accoglienza suscita solo malsano stupore.
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