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Macchine come me - Ian McEwan

Metti una sera a cena. Tu, lei e il suo nuovissimo androide. Ecco gli ingredienti principali dell’intrigante romanzo che tratta i temi dell’intelligenza artificiale, dei sentimenti e della giustizia.

  • 17.09.2022
  • 4 min
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Salve a tutti, mi chiamo Nicola e sono uno studente in Lingua, letteratura e civiltà italiana all’Università della Svizzera italiana a Lugano. Il libro di cui vi parlo si intitola Macchine come me di Ian McEwan pubblicato da Einaudi.

Si tratta di un romanzo di fantascienza uscito nel 2019, anche se ai giorni nostri è sempre meno “fanta” e sempre più scienza. Il suo autore, Ian McEwan (classe 1948), è stato inserito dal Times nella sua lista dei “50 più grandi scrittori britannici dal 1945”. Le sue prime opere gli hanno guadagnato il soprannome di “Ian Macabre” per i loro toni cupi. Macchine come me si occupa di indagare le intelligenze artificiali e la loro compatibilità (o incompatibilità) con la natura umana. Il romanzo ci spinge a chiederci se sia possibile convivere con dei «PC ambulanti», o se invece sia possibile solamente un rapporto di tipo dominatore/dominato.

Ecco alcune buone ragioni per leggerlo. Innanzitutto il tema delle intelligenze artificiali è sempre più di grande attualità, quindi leggetelo se voleste farvi un’idea di cosa potrebbe succedere se venissero messe in commercio. Inoltre vi piacciono le vicende amorose complicate – magari dal titolo non si direbbe, ma fidatevi di me – questo libro fa per voi. Infine: vi annoiate, non sapete cosa fare, non sapete cosa leggere, non sapete se leggere? Leggete. Leggere fa bene e questo libro vi terrà col fiato sospeso!

Di cosa parla Macchine come me, il romanzo di Ian McEwan che ho scelto di proporvi oggi? La vicenda è ambientata in degli anni ottanta alternativi dove l’Inghilterra ha perso le Falkland, Alan Turing è ancora in vita e pure i Beatles hanno riformato la band. Tutto ruota attorno al protagonista Charlie, che acquista uno dei nuovi umani artificiali chiamati Adam. La convivenza tra i due non è però sempre facilissima. Soprattutto perché a ravvivare ulteriormente le cose ci pensa la vicina del piano di sopra, Miranda, che coinvolge i due in un complicato triangolo amoroso. Attraverso gli occhi di Charlie seguiremo dunque Adam e la sua scoperta di cosa significhi essere “umano”. Anche Charlie avrà però modo di riflettere su cosa sia effettivamente la natura umana. Il semplice fatto di aver acquistato Adam gli conferisce il potere di farne ciò che vuole? Al termine del romanzo Charlie sembra comprendere che non per forza il fatto di essere sintetici e meccanici escluda l’essere “umani”.

Ho scelto di portare questo libro perché indaga cosa sia la natura umana. Siamo davvero meglio delle macchine? Sarebbe sconcertante, immagino, scoprire che delle macchine siano degli esseri umani migliori noi. Ci analizzano, capiscono le nostre debolezze, le nostre contraddizioni e poi magari risolvono i nostri problemi. Sarebbero gli esseri umani perfetti. Eppure forse non è così. Quello che McEwan fa è mostrarci delle opzioni. Ci mostra i nostri punti deboli, ma anche quelli delle macchine, che sono troppo eticamente rigide, non conoscono i compromessi e non sono nemmeno in grado di comprendere una piccola bugia a fin di bene. La relazione tra noi e i robot per il momento ci vede quindi in una posizione di dominio su di essi, ma sarà sempre così? Finiremo per essere dominati? Non sarebbe meglio una convivenza pacifica? Non sarà leggendo Macchine come me che otterremo tutte queste risposte. Forse però possiamo iniziare a interrogarci su noi stessi e cercare di comprendere come siamo fatti. Concludo con una citazione: «Voilà: “odiare un pc”, “convincere Adam”. Era la lingua stessa a tradire la nostra debolezza, la nostra disponibilità cognitiva ad accogliere una macchina al di qua del confine tra “oggetto” e “soggetto”.». Io mi fermo qui e non vi racconto altro, la scelta ora è vostra.

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