Mi chiamo Sofia e studio Lingua, letteratura e civiltà italiana all’Università della Svizzera Italiana; in particolare, sto scrivendo una tesi di Master nella quale unisco la mia passione per il macabro all’amore per la letteratura. Ed è proprio di letteratura inquietante che voglio parlarvi oggi.
Il libro che ho deciso di consigliarvi è Pet Sematary, scritto da Stephen King e pubblicato in italiano da Sperling e Kupfer Editore. È un libro un po’ datato: la prima pubblicazione è del 1983 ma io lo trovo interessante ancor oggi per gli interrogativi che è in grado di sollevare.
L’autore ovviamente non ha bisogno di presentazione: Stephen King è considerato il Re della letteratura dell’orrore nonché uno dei più noti scrittori viventi. Rispetto ad altre sue opere, però, Pet Sematary ha, secondo me, un significato più profondo.
La cornice in cui si svolge la vicenda è quella di una tranquilla cittadina circondata dai boschi del Maine e popolata da personaggi che chiunque ami la narrativa americana non potrà che apprezzare. L’ambientazione che troviamo all’inizio della vicenda sa di musica country, di tabacco, whisky e ricorda anche un po’ certi quadri angoscianti di Hopper dove si vedono campi gialli e boschi oscuri sullo sfondo. Questo è il contesto in cui si trasferisce la famiglia protagonista della vicenda. Ma, dopo aver riletto il libro e averci ragionato un po’ su, vi posso dire che, secondo me, la vera ambientazione non è tanto la campagna del Maine ma piuttosto la mente del protagonista, Luis, sempre più piena di ombre mano a mano che la storia va avanti.
La domanda che questo romanzo vuole porre al lettore è netta: chi accetterebbe di perdere una persona amata, se in qualche modo si potesse “fermare” la morte?
Pet Sematary è un libro capace di raggelare il lettore e di metterlo davanti a riflessioni davvero scomode, che chiamano in causa tutti i pericoli che la libertà di scelta porta con sé. La trama del romanzo è semplice; ma è il modo in cui la vicenda è narrata a lasciare il segno nel lettore.
Una famiglia, marito, moglie, due figli piccoli ed un gatto si trasferisce nella piccola città di Ludlow. Appena arrivati fanno la conoscenza dell’anziano vicino di casa, Jud e scoprono che, poco fuori dalla loro proprietà si trova il Cimitero degli animali dove i bambini del luogo seppelliscono i propri animali domestici. La figlia maggiore, Ellie, rimane però sconvolta alla vista del cimitero e all’idea che il suo amato gatto possa un giorno morire.
Pochi mesi dopo la visita al Cimitero degli Animali, però, la morte viene a bussare alla porta della famiglia: Luis trova infatti il loro gatto investito da uno dei tanti autocarri che percorrono ogni giorno la strada su cui la nuova casa si affaccia. È intento a riflettere su come far accettare alla figlia la perdita dell’amato gatto quando il vicino Jud gli propone di accompagnarlo a seppellire l’animale. I due seppelliscono il gatto che però ricompare a casa il mattino seguente, sporco di terra, con lo sguardo spento e l’aria intontita.
Luis si rende conto che, sebbene il terreno di sepoltura abbia il potere di riportare in vita i morti, questi risorgono come gusci vuoti e rimpiange di aver richiamato alla vita l’animale.
Ma la sua lucidità di giudizio dell’uomo svanisce quando a morire investito da un autocarro è suo figlio minore… A questo punto, la razionalità dell’uomo e l’amore del genitore si scontrano con esiti catastrofici.
Secondo me, questo romanzo è assolutamente agghiacciante, non tanto per la storia ma per il modo in cui questa è raccontata e per il fatto che la debolezza del protagonista sia totalmente condivisibile. Pet Sematary, secondo me, non solo è il più bel libro di Stephen King ma è anche una delle opere più angoscianti e meglio scritte che abbia mai letto proprio per il modo in cui sentiamo la tensione crescere pagina dopo pagina.
Quindi, lo consiglio assolutamente, non solo a chi ama le storie inquietanti ma soprattutto a chi ama la narrativa psicologica e… i libri ben scritti!
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