Cinema

Questo non è un film contro gli uomini!

Paola Cortellesi alla presentazione del suo film in lingua tedesca si sorprende di come “C’è ancora domani” sia qualcosa di universale, come universale è il tema della violenza contro le donne

  • 26 marzo, 16:28
  • 27 marzo, 09:34

Una storia universale, purtroppo!

RSI Cinema 23.03.2024, 16:11

Di: Stefano Roncoroni

Incontriamo Paola Cortellesi a Zurigo. È qui per la prima proiezione in Svizzera tedesca del suo film “C’è ancora domani”. È stata tante volte nei cinema per presentare la sua pellicola. E tutte le volte si è stupita di una cosa: «Le sale cinematografiche, quando andavo a salutare alla fine del film, vedevo che erano piene di uomini, il 45% erano uomini. Quindi la storia riguarda tutti, donne e uomini. Questo non è un film contro gli uomini, questo è un film che invita i nostri compagni di vita, i nostri figli, i nostri fratelli, i nostri amici, invita tutti loro a essere parte di questo problema, a vigilare, a essere sentinelle di quello che sta accadendo».

Chiaro che Paola Cortellesi sa benissimo che il problema della violenza contro le donne non può essere risolto con una storia, con un film. Ma, essere in una sala cinematografica a vedere, tutti assieme, un film come il suo, è importante, è terapeutico e liberatorio: «Commuoversi per la stessa cosa vuol dire non essere soli, vuol dire non essere gli unici a provare quel sentimento».

Il successo della pellicola ha lasciato stupita anche lei. Fin dall’inizio, Paola Cortellesi voleva creare un film che si potesse definire popolare, ma mai avrebbe pensato a una popolarità di questo genere. Forse, il fenomeno, dice, si spiega con il fatto che la tematica trattata è universale: «Ho avuto l’opportunità, con questo film, di andare in altri paesi come la Francia, la Germania, la Svezia (che pensavo fosse lontanissima da noi da questo punto di vista) e ho scoperto che questo tema è molto sentito, magari se ne parla meno, perché non si fa la conta delle vittime, però esiste tanto quanto da noi. Questa è una cosa che mi ha molto sorpresa, perché non pensavo fosse così, e quindi purtroppo, dobbiamo dire purtroppo, è un tema universale».

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