In principio, nel 2019, c’è stato Parasite, Palma d’oro a Cannes e vincitore di ben 4 Premi Oscar (miglior film – primo film coreano a portare a casa la statuetta –, miglior film internazionale, miglior regista a Bong Joon-ho e miglior sceneggiatura originale). È nata una stella, abbiamo detto, anche se il regista classe 1969 si era già fatto notare con Snowpiercer ed Okja.
Poi, nel 2022, viene pubblicato un romanzo di fantascienza, Mickey 7 di Edward Ashton. Del quale il regista si innamora e decide che questo sarà il suo nuovo impegno. Ci si è messo di mezzo lo sciopero del 2023, qualche dubbio qua e là, come riportano i racconti dei bene informati. Ma ecco che il film è pronto e ha avuto la sua serata di gloria alla 75ma Berlinale, con tanto di ripetuti annunci, durante la proiezione stampa, di rispettare l’embargo internazionale per le recensioni.
Mickey 17
Il genere umano – siamo nel 2054 – ha ormai trovato il modo e i luoghi dove emigrare per salvare una Terra ormai senza futuro. Con tutte le incognite del caso: cosa succederà una volta arrivati a destinazione? Che ambiente si troverà? Per questo viene indetta una ricerca di personale: la posizione richiesta è quella di un “expendable”, un sacrificabile che, grazie ad una nuova tecnologia di sintesi, ogni volta che muore viene “ristampato” biologicamente con tanto di immissione dei suoi ricordi di tutte le vite precedenti. Un utile idiota, insomma, che risponde al nome di Mickey Barnes, interpretato da un eccezionale Robert Pattinson che rende al meglio il personaggio, con tutte le sue sfaccettature. Che sono poi legate a tutte le tipologie di morte e rinascita (i ricordi sono quelli comuni, la personalità del clone può variare) che deve subire per poter mettere in sicurezza il resto degli abitanti dell’arca-astronave con cui si è arrivati al pianeta ghiacciato Niflheim. Che siano virus, spore o incidenti durante il viaggio, Mickey diventa una sorta di factotum, cavia e paziente zero, dal quale aspettarsi aiuto in situazioni di estrema emergenza, ricavare dati ma soprattutto vaccini per poter sopravvivere sul pianeta.
A capo della spedizione è il ricchissimo politico fallito Kenneth Marshall (Mark Ruffalo), un mix tra un Donald Trump di serie B ed un Elon Musk con ancora più ego dell’originale, sposato con Ylfa (Toni Collette) della quale è totalmente succube.
Eccentrico e Grottesco
Mickey 17 è un film riuscito, tutto sommato, se lo si guarda senza voler andare troppo in profondità: perché di temi ce ne sono (gli ultimi, le seconde possibilità, la ribellione ai regimi autoritari, la migrazione, l’ecologia, la tecnologia dominante...), ma restano in sotto traccia rispetto alla scelta di fare un film spettacolare sì, ma eccentrico e grottesco, caricaturale e divertito. Quindi non aspettarsi un nuovo Parasite è cosa buona e giusta, limitandosi a gustare le situazioni, le battute e gli eventi, nella quale hanno parte importante gli abitanti del pianeta, i creepers, una specie di armadillo con la bocca tipo verme di Dune. Non è la prima volta che si usa la fantascienza prendendola per il suo lato grottesco: per citare un paio di titoli, il Mel Brooks di Balle spaziali, ma anche il Bruno Dumont che un anno fa qui a Berlino portò il suo L’Empire. Questo, però, è il figlio di un premio Oscar, considerato tra i migliori cineasti del XXI secolo, ed ha alle spalle un budget da invidia.
Ma in realtà questo è il vero Bong Joon-ho, che ama nei suoi film sottolineare lo stupidario umano, portandolo ad eccessi quasi punk, immergendo i suoi personaggi in situazioni limite, in un mondo torbido, corrotto e ad un passo dal collasso. E come si ricicla il protagonista, Bong Joon-ho gioca anche un po’ a riciclare gli stili, sfruttando alcuni spunti visivi che sparge qua e là nel suo film.
Eccessivo e spiazzante, Mickey 17 probabilmente non farà impazzire gli spettatori che hanno amato Parasite, ma rappresenta una continuità artistica e autoriale senza ipocrisia.
75° Festival Internazionale del cinema di Berlino
Alphaville 14.02.2025, 18:00
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