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Gay nei seminari, cosa c’è dietro il sì della Chiesa italiana

Un nuovo documento chiarisce che le persone omosessuali possono accedere alla formazione sacerdotale a patto di non praticare la propria sessualità

  • Oggi, 09:27
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Di: Red. 

Dire che si tratta di una svolta è forse troppo. Ma senz’altro le nuove linee guida della Conferenza episcopale italiana per l’ammissione ai seminari mettono una parola fine a un tema che non era mai stato affrontato fino in fondo, ovvero l’ammissione fra i candidati al sacerdozio delle persone omosessuali. I vescovi italiani hanno oggi un’idea chiara: sì, gli omosessuali possono accedere alla formazione sacerdotale, anche se, come gli eterosessuali, devono dichiarare fin dall’inizio di essere pronti a restare celibi e casti. Di fatto questa prassi era già seguita da molto vescovi ma restava in alcuni settori del mondo ecclesiastico il dubbio che gli omosessuali in quanto tali non fossero fatti per il sacerdozio. È qui che le nuove linee guida pongono un elemento di novità, o se si vuole di chiarificazione: tutti possono accedere alla formazione sacerdotale, ma a tutti è chiesto di non praticare la propria sessualità.

“Nel processo formativo, quando si fa riferimento a tendenze omosessuali” è “opportuno non ridurre il discernimento solo a tale aspetto”, si legge nelle linee guida. Tuttavia, il futuro prete deve dimostrare “di scegliere liberamente e vivere responsabilmente la castità nel celibato”. Si ribadisce poi che “la Chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità”.

Le nuove linee guida sono un lungo documento di 89 pagine. S’intitolano “La formazione dei presbiteri nelle chiese in Italia. Orientamenti e norme per i seminari”. Sono entrate in vigore ad experimentum per tre anni. Il chiarimento sugli omosessuali è stato reso necessario anche dopo che della questione si era dibattuto nell’incontro a porte chiuse tra i vescovi italiani e il Papa, a maggio del 2024, nel quale Francesco disse che nei seminari c’è troppa “frociaggine”.

La necessità di rivedere alcune regole per l’ammissione al sacerdozio era nata anche a seguito dello scandalo degli abusi. “Massima attenzione dovrà essere prestata - si legge nel documento - al tema della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, vigilando con cura che coloro che chiedono l’ammissione al seminario maggiore non siano incorsi in alcun modo in delitti o situazioni problematiche in questo ambito”.

Ci saranno poi professionisti per valutare se i candidati abbiano “una personalità sufficientemente sana”. “Occorre accertarsi, con l’ausilio di un’adeguata valutazione psicodiagnostica, che sia immune da patologie psichiche tali da pregiudicare un fruttuoso cammino seminaristico”. I social non sono banditi ma i seminaristi devono essere “accompagnati a maturare la capacità di abitare tale ambiente con consapevolezza e sapienza, riconoscendone le opportunità e i rischi”. Nei seminari dedicati agli adolescenti occorre poi poter contare su una equipe educativa dove “non manchi il supporto di uno o più esperti nelle scienze pedagogiche e psicologiche”. Spazio, nella formazione dei nuovi preti, anche ai laici e alle donne. Il seminario si apre poi anche ad una formazione a tutto campo: quindi non solo teologia ma anche letteratura (quest’ultima indicata esplicitamente dal Papa in un recente documento) e lingue classiche nella formazione.

Una attenzione particolare è richiesta per le cosiddette vocazioni tardive: occorre “accertare che si tratti di persona di buona reputazione, raccogliere testimonianze attendibili che ne sostengano la candidatura, verificare la sufficiente preparazione culturale di base, ascoltare la comunità di origine”.

Tutti i candidati al sacerdozio devono mostrare una maturità che passa anche per “una cura adeguata della persona, attenta alla pulizia e alla proprietà e sobrietà nel vestire”. Nelle linee guida c’è anche una parte dedicata al rapporto con i soldi: “Siano educati - si legge - a vivere in maniera essenziale, austera, condividendo i propri beni con i poveri, e a maturare quel senso di responsabilità che si traduce in un stile sobrio e dignitoso”.

15:22

Suor Simona Brambilla

Alphaville 09.01.2025, 11:30

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