In Myanmar, ex Birmania, il 1 febbraio 2021, l’esercito, guidato dal generale Min Haung Laing ha deposto con un colpo di stato il governo democraticamente eletto e ha instaurato uno dei regimi più brutali e repressivi della nostra contemporaneità.
Da quel giorno, nel Paese del sud est asiatico, è in corso un conflitto civile tra le forze della giunta e le formazioni rivoluzionarie che godono del supporto della popolazione locale, della diaspora e controllano il 60% del Paese.
La ribellione è composta da ragazzi che hanno lasciato le città per dar vita alla resistenza sulle montagne e dalle minoranze indigene, come i Karenni, un popolo di 360’000 persone, in gran parte cristiano, perseguitato da decenni e che ora lotta per un futuro di democrazia e libertà.
Il dramma dei Karenni non trova mai molto spazio nella stampa internazionale. Molti di loro sono scappati, durante questi 70 anni di guerra, verso la Thailandia, e risiedono in 9 campi al confine tra il Myanmar e la Thailandia, che raccolgono, secondo le ultime stime, circa 100.000 profughi.