Letteratura

Smilza raccolta di poesie sparse

Il libro postumo del poeta Aurelio Buletti scomparso un anno fa

  • 2 gennaio, 07:56
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Di: Red. 

A un anno dalla morte improvvisa, all’età di 77 anni, del poeta Aurelio Buletti, nato a Giubiasco nel 1946, le edizioni Casagrande pubblicano nella collana Versanti Smilza raccolta di poesie sparse. Un libro postumo, che è stato presentato ufficialmente sabato 14 dicembre, alla birreria al Forte di Lugano. Al meglio detto Pedro, hanno parlato della raccolta poetica Yari Bernasconi, Antonio Rossi e Fabio Pusterla. Originario di Sant’Antonio di Bellinzona Buletti diventa luganese dopo la maturità a Lugano e la laurea in Lettere moderne alla Cattolica di Milano, quando ha cominciato a insegnare alla Scuola media di Viganello (che ai suoi debutti nell’insegnamento era ancora Ginnasio).

In campo poetico, Buletti ha esordito nel 1973 con Riva del Sole (Pantarei, 1973), raccolta a cui aveva fatto seguito Né al primo né al più bello (Edizioni Iniziative Culturali, 1979). Nel 1984 era stato insignito del Premio Schiller, l’allora Premio svizzero di letteratura per Trenta racconti brevi (Casagrande, 1984). Un riconoscimento che gli viene poi conferito una seconda volta nel 2006 per E la fragile vita sta nel crocchio (Alla chiara fonte, 2005). Una raccolta di versi brevi del periodo 2000-2004, edita come molti altri suoi lavori, dall’amico Mauro Valsangiacomo (Vals). Ma è necessario ricordare anche il terzo esile libro di poesie del 1989, Segmenti di una lode più grande (Alla chiara fonte, 2002), Contesse, Gentiluomini, Altre e Altri del 2010 (Alla chiara fonte) e Regine (ADV Advertising Company, 2016). Vanno inoltre ricordate le notevoli traduzioni dal francese, in particlare: In ogni dove di Werner Renfer (2 voll., introduzione di Patrick Amstutz, Alla chiara fonte, 2015) e Vingt poèmes/ Venti poesie di Patrick Amstutz (Alla Chiara fonte, 2018).

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“Smilza raccolta di poesie sparse”

Alice 07.12.2024, 14:40

  • edizionicasagrande.com

Sobrietà, modestia, discrezione, essenzialità: tutti caratteri che, come hanno definito la personalità di Aurelio Buletti, si ritrovano nella prima raccolta poetica postuma. «Non essere né rapace né pavone/ uomo, donna di penna / né civetta / consisti nella rondine / se poeta, nel merlo». L’immagine del merlo, uccello dal volo molto basso e radente, rispecchia il canone dell’umiltà, anche se, d’altra parte, il suo canto è melodioso, flautato. Ecco che il merlo diventa simbolo, quasi autobiografico, dell’attitudine poetica di Buletti.

Ti scrivo, caro giovane poeta
Sii prudente con la sofferenza
Mettila in versi solo se è indispensabile

Aurelio Buletti

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La Smilza raccolta di poesie sparse è suddivisa in cinque parti che, pur frammentandola, le danno unità: Dodici; Tributo; Frammenti; Gente di Cassarate; Scherzi. Il poeta, traduttore e critico letterario Fabio Pusterla ne parla in questi termini: «La prima cosa che si può dire è che questo è un libro molto “bulettiano”. Aurelio ha messo a punto la sua voce poetica molto precocemente. Questa voce ha continuato a risuonare, nella sostanza più profonda, sempre uguale a sé stessa. Lo dice bene lo stesso Yari Bernasconi, una voce caratterizzata dalla cruciale dialettica tra la realtà pesante della vita quotidiana e la levità e la grazia della dizione, del verso. Questi sono i due poli entro cui Aurelio si è sempre mosso. E la parola “grazia” funziona molto bene anche per questo libro: è una grazia ottenuta sempre togliendo la pesantezza del terreno, elevando la materia verso un’armonia, una cantabilità che non è né facile né consolatoria, ma che c’è».

Il testo di apertura della raccolta, Somiglianza per G., tocca uno dei grandi temi di Buletti, cioè quello che un tempo si sarebbe chiamato “poesia d’amore”. G è la compagna Giovanna e il motivo della leggerezza amorosa è uno dei tratti ricorrenti in questo libro e, più in generale, nella poesia di Aurelio Buletti:

Forse si scrive per reggere la vita
La fragorosa, fragile
Però fra le parole può formarsi
Qualche bagliore
Libero dai vincoli della necessità
Bagliore o luce piena benché rapida
Somigliante per anima al tuo riso
Che irrompe in un discorso
Che si fa troppo serio.

Aurelio Buletti, Somiglianza per G.

Il critico letterario Pier Vincenzo Mengaldo ha descritto la poetica di Buletti come «poesia della concisione, della magrezza, della levità, con tendenze all’epigramma come ha visto Giovanni Orelli». Il giudizio di Orelli ha fatto scuola nella critica bulettiana, per la capacità di ricostruire e richiamare un intenso retroterra culturale che desta stupore nel lettore: dietro a testi apparentemente così leggeri, si intravede una profondità culturale quasi insospettabile. Ci si ritrova così, da un momento all’altro, di fronte all’immensità culturale e sentimentale di cui la poesia di Buletti si fa autentico testimone.

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Smilza raccolta di poesie sparse

Cristina Savi - Turné 21.12.2024, 19:00

  • RSI

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