Musica hip-hop

Chi ha ucciso Tupac?

Il cold cold case più famoso della storia del rap

  • 15 novembre 2023, 14:00
Tupac
Di: Emanuela Musto
L’unica cosa che può fermarmi è la morte, e anche allora la mia musica vivrà per sempre.”

Tupac Shakur

Recentemente si è tornati a parlare del caso di omicidio di Tupac Shakur. Si è finalmente trovato l’assassinio? Per 27 anni il caso della morte del rapper che ha sollevato accuse, sospetti e teorie della cospirazione ha finalmente trovato un volto e un colpevole? Forse sì.

• L'assassino di Tupac ha un nome

Telegiornale 30.09.2023, 20:48

Ma andiamo con ordine, cosa successe il 7 settembre del 1996? Perché la polizia non fu in grado di identificare subito il colpevole? Come mai si crede che l’omicidio del cantante di “All eyez on me” si leghi profondamente a quello del suo rivale Biggie Smalls, avvenuto un mese dopo la sua morte?

La notte dell’omicidio TuPac insieme a Suge Knight (capo dell’etichetta discografica Death Row) si trova a Las Vegas per assistere a un incontro di Mike Tyson, suo grande amico. Poco dopo il match si verifica una rissa nella hall del MGM Grandle. Le telecamere mostrano Pac e altri membri della Death Row picchiare un uomo, Orlando Anderson. Tre ore dopo TuPac, in macchina con Suge diretto verso un club, viene raggiunto da 4 colpi di proiettile, dei quali 2 al torace. Portato immediatamente in ospedale morirà 6 giorni dopo.

Ultima foto di Tupac Shakur

Ai tempi non fu possibile risolvere il caso, ostacolato secondo molti osservatori da depistaggi e corruzione della polizia di Las Vegas. Solo nel 2009 arriva la svolta nelle indagini: lo zio di Orlando Anderson, Duane “Keffe D” Davis (esponente della gang criminale dei South Side Compton Crips) nel suo libro “Murder rap” afferma di essersi trovato nell’auto dalla quale furono sparati i colpi e indicò il nipote come colui che sparò a TuPac. Anderson era affiliato alla gang criminale Cribs, rivale da sempre dei Blood (legati alla Death Row, della quale Pac faceva parte). Già durante le indagini venne citato come possibile esecutore, ma a causa della sua morte nel ‘98 il caso in tribunale non si chiuse. Le tempistiche prolungate delle indagini hanno dato terreno fertile a una serie di teorie del complotto piuttosto elaborate.

La prima vede Suge Knight, amico del rapper e personaggio pericoloso dell’industria musicale, come mandante dell’omicidio. Suge, che ai tempi spese un milione di dollari per far uscire Pac di prigione, avrebbe assunto un sicario perché si diceva che il rapper si stesse allontanando sempre di più dalla Death Row e avesse intenzione di fondare la propria etichetta. Un’altra teroria viene sostenuta nel libro del 2008 “FBI war on Tupac Shakur & Black leaders”, l’autore John Potash ipotizza che il governo americano fosse a caccia di figure di spicco della comunità afromericana ritenute scomode e pericolose sul piano sociale per le loro denunce sulla violenza della polizia. La madre di Tupac, membro attivo dei Black Panther, e i testi di denuncia del rapper lo avrebbero reso un target perfetto. Vi è una terza teoria del complotto, quella più sostenuta dal grande pubblico, che identifica Notorius B.I.G e il suo manager Puff Daddy come mandanti della sparatoria.

Ma perché è sempre stata quella più gettonata? Per capirlo bisogna fare un breve excursus su quella che era la scena rap dell’epoca e la faida tra la West e East Coast. A metà degli anni ’80, New York rimane la culla dell’hip hop, ma mentre a est il rap si concentra sulle denunce sociali ad ovest si fa sempre più strada il gangster rap, le cui sonorità prevedono melodie più funk che accompagnavano testi che esaltano storie di vita violenta e spaccio di droga. Negli anni ’90 le tensioni tra i due schieramenti raggiungono il loro apice con le due case discografiche in opposizione: da una parte la Death Records di Suge Knight, i cui fiori all’occhiello sono Tupac e Snoop Dog e dall’altra la Bad Boy Records di Sean Combs sotto la quale c’erano tra gli altri Notorious B.I.G, lo stesso Puff e Craig Mack. I due generali a capo delle fazioni erano proprio Pac e Biggie Smalls.

Pac e Biggie

Forse non tutti sanno che prima della loro conosciutissima faida, Tupac e Biggie erano amici e si stimavano reciprocamente. Tupac aveva chiesto a Biggie di aprirgli i concerti a New York e Biggie lo vedeva come un esempio da seguire. Nel ‘94 però un evento incrina i loro rapporti. Durante una tentata rapina presso i Quad Recording Studio, TuPac viene colpito da 5 proiettili davanti all’ascensore dello stabile. Shakur venne trascinato nell’ascensore dai suoi amici e portato al piano superiore dove erano presenti vari artisti e imprenditori musicali come Biggie e Puff Daddy. Tupac viene dimesso dall’ospedale il giorno dopo, ma in un’intervista il rapper afferma che i presenti si fossero comportati in modo strano e che sembravano quasi sorpresi di vederlo ancora vivo. Poco tempo dopo TuPac viene condannato a 4 anni e mezzo di carcere dopo un’accusa di abuso sessuale mentre Biggie, ormai punta di diamante della East Coast, sta vivendo un periodo particolarmente fortunato nella sua vita lavorativa e sentimentale. Ma 6 giorni dopo l’incarcerazione del rapper la Bad Boy (etichetta di Puff Daddy) pubblica il secondo singolo di Biggie “Ready to die”, nel lato b del singolo c’è il pezzo “Who shot ya”. Il brano presenta incastri come “Big Poppa schiaccia gli stupidi  c’è la Bad Boy dietro a tutto questo“. Furono proprio questi versi a convincere TuPac che dietro al tentato omicidio ci fosse Notorious B.I.G. In “Hit ‘Em Up”, il dissing più conosciuto nella storia del rap, TuPac insulta e minaccia esplicitamente Notorious B.I.B di morte oltre che affermare di essere andato a letto con sua moglie.

Che siano stati Biggie e Puff Daddy i mandati dell’omicidio? No, ma gli omicidi di TuPac e Biggie sono sempre stati legati in qualche modo tra loro. A distanza di 27 anni dall’uccisione di Tupac Shakur, l’indagine viene quindi “riaperta” – in realtà mai chiusa – con l’arresto dello zio di Orlando Tive “Baby Lane” Anderson. Sembra che Tupac sia stato ucciso per una questione di faide tra gang.

Orlando Anderson

Anderson, noto membro dei South Side Compton Crips, è emerso come la figura centrale delle indagini sull’omicidio. Affiliato ai South Side Compton Crips, una gang californiana, Anderson è diventato il principale sospettato agli occhi di Tim Brennan, detective assegnato al caso. Le origini di questa faida mortale possono essere ricondotte a un fatidico incidente al Lakewood Mall nel luglio 1996, quando Orlando Anderson e il suo entourage furono protagonisti di un violento alterco con la banda rivale Death Row. Trevon Lane, un membro della Death Row Records, venne aggredito dai Crips che gli rubarono un medaglione d’oro appena regalatogli da Suge Knight in persona. Circolavano voci che suggerivano che i Compton Crips avessero messo una taglia proprio su questi medaglioni della Death Row come parte della loro rivalità con l’etichetta discografica. Questo sfacciato atto di mancanza di rispetto fece ribollire di rabbia il fondatore Suge Knight, TuPac e l’intera Death Row. La fatidica notte del 7 settembre Tupac e Suge Knight videro nella hall dell’albergo Anderson con il medaglione della Death Row al collo e lo aggredirono in gruppo per poi scappare. Presumibilmente Anderson si volle vendicare e sparò sull’auto guidata da Knight con Tupac a bordo.  Tuttavia è importante notare che Anderson ha costantemente negato qualsiasi coinvolgimento nel crimine e non è mai stato formalmente accusato. Tragicamente la sua vita è stata interrotta nel 1998 all’età di 23 anni, quando è rimasto vittima di una sparatoria tra gang.

Tupac

Dopo quasi 30 anni dall’omicidio di Tupac Shakur, l’indagine viene quindi riaperta – in realtà mai chiusa – con l’arresto di Duane Davis, a bordo della macchina da cui vennero sparati i colpi. Ciò che è certo è che Tupac rimane un’icona senza tempo del rap e tutti ricordano il suo indiscutibile talento nel riversare nei testi la sua profonda comprensione delle lotte affrontate dalle comunità marginalizzate usando la sua piattaforma.

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