L’anno scorso il concerto di Peso Pluma, stella del narcorrido, fu cancellato a Tijuana per minacce del cartello Jalisco Nueva Generación. Il messaggio intimidatorio aveva tutte le caratteristiche del crimine organizzato, scritto su tre narcomantas, lenzuola bianche con scritte rosse. Un mese dopo, Tijuana ha vietato i narcorridos in spazi pubblici.
I narcorridos sono un genere musicale che unisce la musica tradizionale messicana alle storie eroiche dei narcotrafficanti. Trovano l’origine nei corridos, ballate introdotte in Messico all’inizio del XIX secolo e influenzate dalla musica folk spagnola. Raccontavano storie di rivoluzionari e banditi per intrattenere comunità rurali, che spesso non avevano accesso a mezzi di comunicazione quali giornali e radio. Durante la Rivoluzione Messicana (1910-1920), narrava le gesta di figure come Pancho Villa ed Emiliano Zapata. I corridos seguono una formula di otto quartine, ciascuna con quattro o sei versi di otto sillabe.
I narcocorridos sono diventati un fenomeno culturale, riflettendo attrattiva e paura intorno ai narcos, con storie dettagliate di violenza e lusso. L’ascesa del genere inizia negli anni ’70, ma in realtà la prima canzone registrata risale all’8 settembre 1931 a El Paso, città alla frontiera col Messico. Scritta dal cantautore José Rosales, parlava del narcotrafficante Pablo González, noto come “El Pablote”, e della sua compagna Ignacia Jasso, che trafficavano marijuana e oppio dopo aver eliminato la mafia cinese a Juárez.
Nel 2019, un video su TikTok ha indignato il pubblico e riaperto il dibattito sulla narco cultura in Messico. Mostrava una ragazza durante la sua quincenera, la tradizionale festa dei 15 anni, che invece di ballare il valzer col padre, danzava al ritmo di un narcorrido. Fingendo di essere la protagonista della telenovela “Regina del Sud”, recitava una scena in cui veniva attaccata da sicari, e la polizia interveniva a salvarla. La canzone in sottofondo recitava «Con un AK-47 e un bazooka sulla spalla, attraversa il mio cammino e ti taglierò la testa, siamo assetati di sangue, pazzi e ci piace uccidere».
Ma la violenza non è solo nei testi. Chalino Sánchez, pioniere del genere, scriveva canzoni per famiglie coinvolte nel narcotraffico. Saliva sul palco con una pistola alla cintura. Nel gennaio 2019, un uomo gli si avvicinò durante uno spettacolo puntando una pistola al cantante, che rispose con la sua, causando uno scontro a fuoco che uccise un innocente. Chalino ricevette un biglietto durante un concerto che si diceva contenesse la sua condanna a morte; scomparve quella notte, ritrovato morto il giorno dopo.
I narcorridos hanno un ampio seguito anche all’estero, specialmente tra la diaspora latinoamericana negli Stati Uniti. Sono spesso paragonati al fenomeno hip pop negli Stati Uniti, che interpreta un mondo di violenza, emarginazione e crimine, così come di misoginia e opulenza estrema.
Il gruppo “Los Tigres del Norte”, attivi dagli anni ’60, hanno venduto oltre 32 milioni di album e sono l’unico gruppo messicano ad aver vinto 7 Grammy e 11 Grammy latini.
Una versione più moderna del narcorrido, i corridos tumbados, incorpora elementi hip-hop e trap. Tra i più idolatrati c’è Natael Cano, 23 anni, che ha pubblicato 11 album e si è esibito di fronte a 310.000 persone, il maggior numero per un concerto in Messico. Ma il più famoso e controverso artista oggi è Peso Pluma, 25 anni, che tra l’altro ha dedicato varie canzoni a Joaquin Guzman, “El Chapo”, e la sua canzone Azul è stata bandita per i riferimenti al Fentanyl. Controversie o no, continua a mietere successi, aggiudicandosi anche un Grammy. Si è esibito quest’anno a Coachella e sul palco del celebre talk show The Tonight Show with Jimmy Fallon.
Peso Pluma e Natael Cano hanno collaborato in diverse canzoni, tra cui “PRC - Polvo, ruedas y cristal”. Un testo quanto mai esplicito viene interpretato in un video musicale in cui si vedono i protagonisti spacciare droga, maneggiare armi, esibire oggetti di lusso circondati da ragazze voluttuose. Ecco la traduzione:
Mi alzo, faccio un bagno e poi mi preparo da fumare
È veleno, fa sballare, di ottima qualità
I telefoni non smettono mai di squillare
Se non è per qualche ragazza, è perché un cliente ne vuole di più
E i pacchi ben sigillati partono
Non ne rimane più, non posso sbagliare
Sono sempre pronto ad attraversare (la frontiera)
Cocaina, ecstasy e anche metanfetamina
Qui i soldi vanno e vengono
Le ragazze vanno fuori di testa
Godiamo, che vada bene o male
Di questa vita non mi lamenterò mai
Elegante con le Balenciaga
I corridos sparati a tutto volume
Le ragazze ballano alla grande
e io in argento frimato LV (gioielli Luis Vitton)
Sento che sto già volando, amico
E qui non ci lamenteremo mai
Perché dovremmo guardare indietro?
Me ne frego, io vado avanti
Vari stati messicani hanno imposto il divieto di suonare narcocorridos in radio e negli eventi pubblici, più una posizione politica che un’azione concreta.
“Narcocorrido”: la musica che in Messico racconta e celebra il narcotraffico
La corrispondenza 03.11.2023, 07:05