Uno legge il titolo e subito riparte per il 1975, Fabrizio De André, “Volume 8”. Un brano scritto dopo un concerto a Portobello di Gallura, imbufalito per il doversi esibire di fronte ai turisti italiani mentre in Italia tutto andava a catafascio. Torna a casa, si ubriaca e scrive un capolavoro che dopo quasi cinquant’anni ci fa ancora compagnia. Ma oggi in realtà siamo qui a parlare di “Fragile Friend”, nuovo singolo di Terry Blue, nom de plume sotto cui a questo giro si nasconde il solo Leo Pusterla, insieme agli arrangiamenti di Eleonora Gioveni. In copertina uno scatto in movimento, uno strano essere che potrebbe sembrare un volatile di grandi dimensioni oppure un essere non ancora identificato.
All’interno del brano un senso di sospensione, in gran parte portato da arrangiamenti che ci trasportano in alto, quasi ad abbandonare un mondo al quale non siamo più idonei. Le due voci, quella di Leo e di Eleonora si fondono insieme, a ripercorrere un territorio che eravamo abituato a legare a certe produzioni Morr Music di inizio Duemila, dove voci e arrangiamenti acustici si sposavano a meraviglia a un’elettronica calda come una coperta da posarci sulle spalle. Già da qualche mese si è potuto notare non una sterzata, bensì una deriva in luoghi più soffusi, come ben dimostra questo live in duo registrato a La Coruña nel programma En Vilo, dove Leo ed Eleonora ben si spendono in un’ambiente caldo, davanti a una libreria, le voci a mischiarsi:
“Fragile Friend” è l’impronta decisa di questa nuova direzione, che ci porterà alla prossima primavera, quando fiorirà il prossimo album, “Lakewoods”. Un disco che, se si dovesse continuare a volare in questa direzione, sarà ben diverso da quanto espresso finora da Terry Blue, un cambiamento anche necessario considerando la crescita, i cambiamenti e il mondo in eterna trasformazione nel quale un artista odierno è inserito. Certo, sarà comunque materia di discussione e forse anche di critica considerando quanto pubblico in Ticino si sia affezionato alle atmosfere acustiche dei precedenti lavori di Terry Blue, “The Burning Trees” del 2016, “Even If This Winter Seems to Last Too Long” del 2018, “Only to Be There” del 2021 e “Chronicles of a Decline” dello scorso anno. Dischi che hanno sempre viaggiato su un crinale dove rock, cantautorato e folk si sono spesso tenuti a braccetto, in un collettivo che ha saputo contrassegnare questa polverosa mestizia, la Blue, insieme a sguardi cinematografici. Fuori dai dischi possiamo poi ricordare le sessioni insieme al quartetto d’archi composto da Zoe Canestrelli, Irene Fiorino, Valria Vecerina e Milo Ferrazzini diretto da Federico Ferrandina, esperienza che è riuscita ad aggiungere movimento e spessore al suono del cantautore senza caricarlo di certo pathos stereotipato che si associa a volte a operazioni di questo genere:
Terry Blue with string quartet ft Federico Ferrandina
RSI Cultura 05.05.2023, 23:21
Oltre a questo Leo Pusterla è anche Safe Port Production, studio e progetto che ha visto passare dai propri moli un enorme numero di artisti, in gran parte nella gestione della yurta insieme a Radio Gwendalyn durante la straordinaria “Tour Vagabonde” di Lugano del 2023, con undici appuntamenti che hanno visto partecipare artisti ormai affermati come Houstones e Julie Meletta, splendidi outsiders come Frank Atene e Scopamare, personaggi culto come Milo Scaglioni e Deep Arte, sorprese come Soliloquio e Miré. Autune, Yuna Hawks, a costruire una rete in un territorio come il Canton Ticino dove da sempre, storicamente, è complicato stabilire connessioni che infrangano distretti e territori. Ma c’è una consapevolezza matura in queste battute, un soffio come le parole che Terry fa uscire, suoni come tubare di colombe prima che la struttura ritmica prenda piede ed Eleonora al suo fianco dipinga il percorso sul quale camminano. Del resto, non c’è nulla di più affidabile che la sincerità nell’ammettere le proprie fragilità e aiutarsi l’un l’altro. Nulla da nascondere anzi, un’aria che va via via diradandosi scoprendo la levità del camminare insieme. Uno rimarrà mentre l’altro, ormai, sarà altra cosa: ricordo, ispirazione, luce o rimpianto. Una canzone su questo tipo di divisione è ovviamente difficile, difficilissima da scrivere e da gestire, ma riesce in qualche modo a portarci in un altro stato, accompagnando questa silenziosa transizione.
Terry Blue oltre a Eleonora si affida ad Another Music, etichetta discografica francese che si suppone e si spera saprà gestire al meglio i prossimi passi del progetto, oltre ovviamente a “Lakewoods”. Laghi, boschi, corsi d’acqua che comunicano e legano territori al di là di frontiere e di nomee, così come i semi che trasportati dal vento germogliano e creano parentele vegetali anche a chilometri di distanza. In questo senso, l’essersi spinto in Francia a questa corte non potrà che essere di buon auspicio per il progetto. Qui, nella Svizzera italiana, rimarrà comunque il proprio porto sicuro, quella Safe Port Production che accompagna e pubblica le espressioni di molti artisti e passatori, marinai navigati e precoci, sicuri di trovare conforto e un mozzo in riva al Lago Ceresio.
La recensione di “Fragile Friend” scritta da Marco “Moci” Kohler, curatore di Confederation Music: