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Charlie Parker, the bird

L’ascesa, il successo e la fine improvvisa del fondatore del be-bop

  • Ieri, 13:42
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Di: Red.

La meteora Charlie Parker ha rivoluzionato il mondo del jazz catapultandolo nella modernità. A tutt’oggi è uno dei più sbalorditivi solisti di sassofono contralto, uno dei più grandi improvvisatori che il jazz abbia mai conosciuto, fonte di ispirazione per i sassofonisti contemporanei.

A metà degli anni Trenta, gli Stati Uniti vivono sull’onda dei ruggenti anni Venti. Nonstante la crisi del ’29, gli americani ballano al ritmo dello swing dispensato dalle grandi orchestre di Glenn Miller, Duke Ellington e Benny Goodman.

Il jazz prende la stura a inizio del secolo a New Orleans, ma poi con la chiusura dei bordelli e locali notturni, i musicisti emigrano a Chicago, New York e Kansas City, dove nell’agosto del 1920 nasce Charlie Parker. Autodidatta, Charlie Parker si avvicina al sassofono da giovanissimo.

Originario di una delle mecche statunitensi del jazz, Kansas City, Parker si fa le ossa con le traveling bands, in particolare con quella di Jay McShann che suona in uno stile tradizionale. Negli anni ‘30 si trasferisce a New York e con il suo sax alto sviluppa quel linguaggio che diventerà fondamentale per l’evoluzione verso una moderna concezione del jazz e della musica afroamericana.

Decisiva è la presenza di Parker per circa un anno nella band del pianista Earl Hines, dove incontra il trombettista Dizzy Gillespie, proprio durante il noto sciopero dei musicisti legati al potente sindacato statunitense di categoria indetto come protesta contro le misere royalties che ricevono per le registrazioni discografiche.

A metà anni quaranta si dedicò a diverse esibizioni e incisioni, anche con Gillespie, tra cui vanno ricordate All the things you are (noto standard jazz), Salt peanuts e, nel 1945, la celebre Ko-Ko. Risale sempre al 45 il viaggio in California per portare il nuovo sound anche nella west coast. L’aggravarsi della tossicodipendenza di Parker, oltre all’incontenibile necessità di alcool, per sopperire talvolta alla mancanza di eroina, e di cibo. Charlie non diede tregua al suo fisico minandone la salute sotto ogni profilo. Incise persino un brano chiamato Moose the mooche dedicato al suo spacciatore, con il quale risulta divise le royalties.

Il resto è storia nota: le leggendarie session notturne nei locali di Harlem, le prime registrazioni della nuova, sconvolgente musica be-bop, l’ammirazione dei colleghi, e allo stesso tempo la caduta in uno stato di dipendenza da alcol e droghe sempre più incontrovertibile.

In questo documentario di Jean-Frédéric Thibault e Arnaud Xainte l’ascesa, il successo e la fine improvvisa della meteora musicale Charlie Parker, il sassofonista che, con il suo genio indiscusso e le sue improvvisazioni, rivoluziona il jazz degli anni ‘40-’50 dando vita al be-bop e catapultando il jazz nell’era moderna.

Charlie Parker - Bird song

DOC 29.08.2024, 22:05

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